
“Insieme siamo forti, e possiamo far sì che il cambiamento avvenga”. Vanessa Nakate riassume così, alla fine della giornata, il senso della Marcia per il clima che Fridays for Future ha organizzato ieri a Glasgow, dove si sta svolgendo la Cop26. Almeno 100mila persone (250mila per gli organizzatori) hanno sfilato per la città scozzese, con musica e cartelli. Il gruppo del partito Comunista è stato fermato dalla polizia e deviato in una strada laterale. Una persona è stata arrestata. Il pezzo di corteo successivo è stato bloccato dai tafferugli, ma è poi ripartito.
Il corteo ha attraversato la città per 4 km. Presente anche Greta Thunberg, che ieri ha però preferito non parlare.
Il corteo è stato diviso in più blocchi con i manifestanti che hanno sfilato sotto una sottile pioggia e il vento gelido. In contemporanea con Glasgow, in tutto il mondo si sono tenute manifestazioni, che hanno raccolto milioni di persone.
“Le parole dei leader non sono accompagnate dai fatti”, “basta con questi vertici senza significato, servono azioni concrete”, e servono “adesso”, ha detto Vanessa Nakate, giovane attivista ugandese impegnata nella battaglia sui cambiamenti climatici assieme a Greta, rivolgendosi alla folla dal palco di Glasgow. In gioco “non ci sono delle statistiche”, ma il futuro degli “esseri umani”. “Insieme siamo forti – ha concluso – e possiamo far sì che il cambiamento avvenga. Un altro mondo è possibile”.
Tanti i cartelli e gli striscioni dei manifestanti in cui si chiede “giustizia climatica”. “Vogliamo che i governi agiscano”, ha detto Jaline. Ed Amy: “Vogliamo il cambiamento, per noi e per i bambini”. “Dobbiamo fare pressione sui governi, siamo qui per questo”, ha concluso Rory.
Forte la presenza dei sindacati britannici e delle rappresentanze dei Paesi meno sviluppati. Numerosi i cartelli con la scritta “Climate refugees welcome”. Alla marcia di Glasgow c’è stata gente di tutte le età, anche se la prevalenza è stata di giovani. Fred, 66 anni, è venuto dalla Pennsylvania e ha portato un cartello che chiede green jobs. “Voglio sostenere il cambiamento – ha detto – Serve un cambio di sistema. Bisogna fermare la produzione di carne”.
Alcuni manifestanti sono arrivati con un enorme pallone a forma di unicorno. Fiona, 62 anni, inglese della Cumbria, ha spiegato di essere vegana e che “l’agricoltura è la principale fonte di emissioni, dobbiamo smettere di mangiare carne. Dobbiamo cambiare noi i nostri comportamenti, non possiamo aspettare i governi”.
Proprio alla Cop26 di oggi sono stati raggiunti tre accordi che coinvolgono Stati e agricoltori con 45 governi, guidati dal Regno Unito, che si impegneranno a investire complessivamente 4 miliardi di dollari in azioni per proteggere la natura e passare a sistemi agricoli più sostenibili.
Circa un quarto delle emissioni mondiali di gas serra viene dall’agricoltura, dalle foreste e da altri usi del terreno, e questo comporta la necessità di una riforma urgente del modo in cui si coltiva e si consuma il cibo, per fronteggiare il cambiamento climatico.
I 4 miliardi di dollari di investimenti pubblici che gli Stati si impegnano a mobilitare nell’innovazione agricola saranno spesi nello sviluppo di sementi resistenti al cambiamento climatico e in soluzioni per migliorare la salute del suolo, oltre che nel rendere disponibili queste innovazioni agli agricoltori di tutto il mondo.
Il 5 novembre, invece, Greta Thunberg, promotrice dei Fridays for future, aveva parlato della Cop26 come di un “fallimento”, “bei discorsi”, “parole vuote” e “bla bla bla”.