Deroghe possibili solo per gli spostamenti tra i piccoli comuni sotto i 5mila abitanti e distanti pochi chilometri l’uno dall’altro, nessuna possibilità di ‘aprire’ alla mobilità all’interno della provincia o tra una città e l’altra. Il governo ribadisce la necessità di mantenere la linea del rigore in vista di Natale e Capodanno, “due settimane che mi preoccupano e se passa il messaggio ‘liberi tutti’ ripiomberemo in una fase pericolosa a gennaio e febbraio” ripete il ministro della Salute Roberto Speranza, appoggiato dall’analisi degli scienziati che indica un numero di nuovi casi e un’incidenza “ancora troppo alti”.
Come introdurre queste deroghe, però, è ancora un rebus che né a Palazzo Chigi né nella maggioranza è stato sciolto e che andrà risolto nelle prossime ore: mercoledì è calendarizzata al Senato una mozione del centrodestra che punta a cancellare i divieti ed è evidente che il governo non può arrivare a quella data senza una sua proposta se vuole evitare l’incidente parlamentare, visto anche lo scontro aperto degli ultimi giorni sul Recovery e le divisioni tra i rigoristi e coloro che invece chiedono maggiori aperture. L’ultima opzione messa sul tavolo è quella di presentare proprio al Senato una mozione di maggioranza che impegni il governo a cambiare il decreto, inserendo la possibilità di spostarsi tra i comuni sotto i 5mila abitanti e con un limite di 20 chilometri, che potrebbe essere votata anche da parte delle opposizioni.
Sono preoccupato per le due settimane delle feste natalizie”, ha detto il ministro della salute Roberto Speranza. “Se passa il messaggio liberi tutti – ha aggiunto il ministro – si ripiomba in una fase pericolosa a gennaio e febbraio quando saremo in piena campagna vaccinale”. “La mia linea è, e resta, quella della prudenza e ribadisco con forza – ha concluso – la necessità di non vanificare i sacrifici fatti”.
“Se vogliono rimuovere i vincoli” agli spostamenti in “tutti i comuni italiani ci troveranno contrarissimi, se vogliono chiarimenti per i piccoli comuni nelle aree interne, il parlamento ha i mezzi per farlo”. Così il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia è tornato a ribadire il no all’allentamento delle misure previste per Natale e Capodanno. “Siamo ancora nella fase più critica e – ha aggiunto – se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi, il rischio della terza ondata è abbastanza certo”. L’appello agli italiani è dunque quello di “rispettare le regole e mantenere il massimo di attenzione”.
C’è la “necessità di dotare il Paese di una visione ampia, strutturale, riformatrice. La pandemia rappresenta uno spartiacque, ha sottolineato i limiti dei nostri sistemi di vita, ha evidenziato l’acuirsi delle disparità socioeconomiche, ha evocato la necessità di ripensare integralmente i modelli di sviluppo, ci ha costretti tutti ad assumere la responsabilità non già di ritornare alla normalità di ieri ma di porre le basi per un nuovo inizio, per una rinascita culturale, sociale, politica ed economica”: così il premier Giuseppe Conte sottolineando “la forza delle persone che lavorano nella medesima direzione”.
“Sulle festività abbiamo un dato alto di incidenza che non ci permette di passare dalla fase di mitigazione alla fase di contenimento. I comportamenti individuali, i movimenti delle persone e le fasi di aggregazione sono efficaci nel ridurre la trasmissione del virus e quindi più le adottiamo e meglio è. Quindi è importante nelle prossime settimane essere attenti e rigorosi nel rispetto di queste misure perché questa incidenza la dobbiamo abbassare proprio per poter ripartire il prossimo anno. In questa fase particolarmente critica la ripartenza è difficile”. Così il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.