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Omicidio Serena Mollicone, tre carabinieri rinviati a giudizio

| 25 Luglio 2020 | CRONACA

Tutti rinviati a giudizio per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane trovata morta in un boschetto vicino Arce, in provincia di Frosinone, nel giugno del 2001. Il gup di Cassino Domenico Di Croce ha infatti disposto il rinvio a giudizio del maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, della moglie Anna Maria, del figlio Marco, del maresciallo Vincenzo Quatrale e dell’appuntato Francesco Suprano. La prima udienza è fissata per l’11 gennaio 2021.

Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco sono accusati di concorso in omicidio. Stessa accusa per Vincenzo Quatrale che deve rispondere anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento. Il rinvio a giudizio per i cinque indagati era stato chiesto il 30 luglio 2019 dalla procura di Cassino.

Per la Procura di Cassino la giovane Serena, 18 anni al momento della morte, fu spinta contro una porta dentro la caserma dei carabinieri di Arce forse dopo un litigio con il figlio di Mottola, Marco.

La ricostruzione del delitto tratteggiata dalla perizia medico-legale indicò una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata dalla studentessa.

La perizia del Ris rilevò come il corpo di Serena, ormai senza vita, fu spostato nel boschetto dell’Anitrella dove poi fu trovato con mani e piedi legati dal nastro adesivo e una busta di plastica in testa.

Durante le nuove indagini gli inquirenti hanno ascoltato 118 testi, molti dei quali scelti tra i 1.137 più volte sentiti negli anni di ricerca della verità per il delitto di Arce. Due anni dopo il delitto fu arrestato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere Carmine Belli, un carrozziere poi prosciolto nel 2006 da ogni accusa dalla Cassazione.

Nella vicenda dell’omicidio Mollicone entra anche il suicidio di un carabiniere. Santino Tuzi, nel 2008 si tolse la vita prima di essere ascoltato dai magistrati, sparandosi nella sua auto.

Una vicenda avvolta per anni dal mistero e che potrebbe essere stato scatenato da un tragico movente: forse Serena il giorno in cui morì era andata nella caserma dei carabinieri per denunciare alcuni traffici, probabilmente legati alla droga. Poi la lite e la tragedia.

TAG: Carabinieri, indagati, omicidio, Serena Mollicone
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