
Con ‘Il delitto Mattarella’ Aurelio Grimaldi porta al cinema, dal 2 luglio, una delle storie meno raccontate d’Italia, quella dell’omicidio del fratello maggiore del Presidente della Repubblica, Piersanti, il 6 gennaio 1980.
L’allora Presidente della Regione Sicilia voleva ristabilire la legalità in un’amministrazione fortemente collusa con la mafia. Per il suo omicidio nel 1995 sono stati condannati all’ergastolo come mandanti vari boss mafiosi, tra cui Riina e Provenzano, ma Grimaldi nel film fa emergere soprattutto la connivenza della corrente andreottiana siciliana della Democrazia Cristiana, da Salvo Lima a Vito Ciancimino, che avversò sempre l’opera di “pulizia” del Presidente della Regione.
Alla presentazione del film a Roma il regista ha rivelato di aver incontrato il figlio di Piersanti Mattarella, Bernardo, per raccogliere informazioni quando stava scrivendo la sceneggiatura, ma che nessuno della famiglia ha ancora visto il film.
“Erano anni che volevo fare questo film, ma ho aspettato che Sergio Mattarella diventasse Presidente delle Repubblica, altrimenti forse non lo avrei mai fatto” ha affermato il regista, sottolineando anche che è stato negato per ben due volte il riconoscimento di interesse culturale al suo film da parte dell’apposita commissione del Mibact.
Secondo Grimaldi c’è stata una sorta di oblio collettivo, di rimozione generale su questa figura, prova ne sia il fatto che solo a Palermo c’è una strada intitolata a lui. “Mi sono chiesto: come mai nessuno ha fatto film o fiction su questa figura, mentre sono state fatte su tutti? – ha detto il regista – Poi ho pensato: ma come l’avrebbero messa con quanto è emerso nel processo Andreotti, di Salvo Lima, di Ciancimino e della Democrazia Cristiana collusa? Di Gladio che era pagata dagli americani per evitare che i comunisti andassero al governo?”.
Il delitto Mattarella, Regia di Aurelio Grimaldi
Le indagini sul delitto Mattarella hanno infatti fatto emergere una intricata rete di relazioni tra mafia, politica, Nar e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e Servizi Segreti. Grimaldi nel film ricostruisce questa rete in maniera lucida, in un racconto di denuncia alla Francesco Rosi. Compreso il ruolo dell’estrema destra romana neofascista: secondo molti, Grimaldi compreso, l’esecutore materiale dell’omicidio fu proprio Valerio Fioravanti, riconosciuto in diverse sedi processuali dalla signora Irma Mattarella, ma non condannato per insufficienza di prove.
L’interprete di Piersanti Mattarella nel film, David Coco, ha sottolineato il “grande senso di responsabilità nel raccontare una figura cosi emblematica della buona politica italiana, un uomo estremamente carismatico, così pulito”.
Donatella Finocchiaro, che interpreta la moglie Irma, ha invece detto: “Fa onore ad Aurelio aver voluto raccontare questa storia, per non dimenticare i nostri eroi italiani bisogna raccontarli”.