Erano gli anni degli “espatri”, chi viaggiava per andare nella lontana America e chi con la famiglia si trasferiva dal sud al nord.
Era il 1950, siamo a qualche anno della nascita della Repubblica, e dal sud in tanti si sono trasferiti al nord e insieme alle loro famiglie hanno contribuito – come operai o manovali – a dare man forte alla rinascita di un’Italia industrializzata, per l’appunto, al nord-Italia. Carmela Guarino era una di queste.
Nella seconda metà del 900 si trasferì a Vicenza e iniziò a lavorare nelle concerie di Arzignano. Prima di lei, come in tanti facevano, si trasferì il padre Francesco e Annamaria, sorella di Carmela, poi seguì tutta la famiglia nella speranza di vivere in modo discreto in quel periodo disastrato, saccheggiata dalla guerra.
Da allora, Carmela rimase lì e lavorò duramente anche per superare gli ostacoli della vita. Rimase vedova nel 1991, di Claudio Bordin, con 9 figli da sfamare. Una vita intensa di valore umano, se si pensa che quei figli sono frutto di quattro parti gemellari ad eccezione di uno. Quest’uno, non legato da quel legame gemellare, insegnerà tutto, anche il sacrificio.
Immaginate di trovarvi in questa situazione. In tanti si sarebbero trovati a chiedere aiuto alle comunità o alle case di assistenza, ma non Carmela. Con sacrificio, in quel di Vicenza, riuscirà a tirare su tutti e 9 figli e, addirittura “dell’uno” farne un figlio dello Stato.
Lui è oggi, il Capitano Luca Bordin dell’Arma dei Carabinieri, colui che tra Padova e zone limitrofe ha sventrato traffici e narcotraffici. I tanti anni di carriera da ufficiale, negli alpini dell’Esercito Italiano, e solo successivamente passato nelle file della “Benemerita”, oggi l’ufficiale è anche Cavaliere della Repubblica e plurilaureato.
Ma Carmela? Qualcuno si ricorda ancora di lei e di ciò che è stata? Quest’atto di umanità, fede, fratellanza, amore che ogni Papa che si è succeduto ha tentato invano di risollevare nel nostro essere “umano”, che fine ha fatto?
Carmela non c’è più, si è spenta all’età di 77 anni a Vicenza e le sue ceneri sono ritornate nella città natale di Solofra. I suoi figli: Sonia e Federica (classe ’68), Emanuela e Giuseppe (classe 1970), Luca (classe 1976), Francesco e Patrizia (Classe 1977) ed infine Giulia e Massimo (classe 1980) sono il lascito di una delle ultime eroine espatriate ed ispirate lontano da casa.