Ivano Tonoli, Segretario del partito Unione Cattolica e Presidente dell’associazione Confedes – che riunisce le imprese Cattoliche – dopo essere stato insignito del titolo di “Cattolico dell’Anno” viene nuovamente premiato con il prestigioso e ambito Leone d’Oro di Venezia.
Infatti, venerdì 12 luglio, alle ore 11.00, presso il Palazzo della Regione Veneto , a Venezia, in via Fondamenta Santa Lucia, nella straordinaria cornice della Sala del Leone d’Oro, Ivano Tonoli sarà premiato con il prestigioso “Leone d’Oro di Venezia” per l’impegno associativo nel mondo datoriale e sindacale in difesa degli interessi degli imprenditori e dei lavoratori, secondo la Dottrina sociale della Chiesa e per aver dato vita ad un dialogo autentico e armonico tra capitale e lavoro.
“Sono davvero gratificato e soddisfatto – ha dichiarato Tonoli – di ricevere questo meraviglioso premio del Leone d’Oro di Venezia: un riconoscimento che mi onora in ragione delle sue motivazioni, ovvero per il mio impegno a difesa della piccola e media impresa che rappresenta il cuore nevralgico dell’economia e della produttività Italiana in cui pulsano 4 milioni e mezzo di aziende gestite da imprenditori che definisco, senza alcun dubbio, dei veri e propri “eroi” chiamati a creare ricchezza per le proprie famiglie, per i lavoratori e per la collettività, nonostante una oppressione fiscale, non più accettabile, che deve essere immediatamente ridotta con criteri di progressività, di rilancio del ceto medio tramite il fattore-famiglia, e di premialità chi investe e chi assume a tempo indeterminato. La flat tax è una non-soluzione, sbagliatissima e controproducente, che peggiora il drenaggio di risorse, aggravando le disuguaglianze fra grandi e piccoli, tra ricchissimi e non, aumentando i costi economici e sociali a carico esclusivo dei secondi con l’illusione di un calo irrealizzabile della tassazione per tale via”.
Inoltre, Tonoli definisce l’ex equitalia, ora agenzia entrate riscossione “un sistema di vessazione e usura legalizzata e di istigazione alla disperazione più estrema, in grado di annientare e di portare al fallimento migliaia di aziende”, e propone come soluzione, “che deve attuarsi in tempi brevissimi, un azzeramento totale dei pagamenti pregressi delle cartelle esattoriali e delle segnalazioni nei data base della Crif, della Centrale Rischi Bancari e dei protesti di milioni di Italiani confinati in una sorta di ergastolo “bianco”, di soggiorno fiscale obbligato dove sono impossibilitati non solo a essere imprenditori o lavoratori in regola ma anche, in alcuni casi, ad aprire un conto corrente bancario con la conseguenza per milioni di Italiani di poter lavorare solo in nero sfruttati e sottopagati e magari nella disperazione di optare per il suicidio. Ribadisco che solo sanando tutti i debiti pregressi dei cittadini sarà possibile rilanciare l’economia creando contestualmente un sistema nuovo fiscale e di accesso al credito trasparente e chiaro che, se dovesse essere disatteso in mala fede, preveda pene certe e severe e il risarcimento immediato ai soggetti danneggiati. La seconda possibilità, in campo fiscale e bancario, è un pilastro del mio personale impegno politico e umano ed è alla base del nostro libro Cattolici Uniti per benedire un’Italia nuova. Per applicare il perdono a chi in buona fede o per crisi economica non ha potuto adempiere alle proprie obbligazioni ma ha diritto a rimettersi in regola in maniera equa e sostenibile e a ritornare un protagonista del mondo imprenditoriale”.
Tonoli conclude con un monito ed un imperativo: “Per creare nuovi posti di lavoro o per mantenere gli attuali occupati, dando loro una chance anche di un miglioramento economico degli stipendi e dei contratti, non si deve costringere gli imprenditori ad assumere o rinnovare i contratti con condizioni capestro come il decreto dignità che ha ottenuto il solo risultato o di perdere posti di lavoro, o di abbassare l’asticella qualitativa del mercato del lavoro, o di far passare statisticamente per nuovi i vecchi posti, ma superando la contrapposizione ideologica e storica tra l’imprenditore e il lavoratore armonizzando all’interno dell’azienda i rispettivi ruoli come espressamente dichiarato dalla Conferenza Episcopale Italiana in cui l’azienda deve considerarsi una grande famiglia”.
Al riguardo lo stesso Tonoli dichiara che “la riduzione del cuneo fiscale, assieme alla previsione di inserire dei premi produzione detassati ai lavoratori e di determinare per legge che gli aumenti salariali debbano determinarsi, anche, in proporzione all’aumento degli utili aziendali, sia un mix virtuoso: un imprenditore e il proprio lavoratore in buona sostanza desiderano e ambiscono agli stessi obiettivi, ovvero di vivere dignitosamente garantendosi entrambi la continuità professionale, in un clima sereno con una totale sicurezza sul lavoro, e la concorrenza leale di mercato nel pieno rispetto reciproco. Questo diventa incredibilmente possibile solo se sussiste l’unità di intenti con un totale senso di appartenenza e con la certezza che lo Stato e la criminalità non costituiscano un problema per la sopravvivenza aziendale, per cui deve essere ridotta la burocrazia la fiscalità ed eliminata una volta per tutte, utilizzando ogni metodologia possibile indicata brillantemente dal magistrato Gratteri, la mafia e la corruzione vere piaghe e ostacolo alla crescita e al benessere del nostro Paese”.