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Sull’orlo del burrone

| 6 Giugno 2019 | IL FORMAT

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Se vogliono continuare a governare questo Paese anche solo un altro giorno il Capitano delle truppe leghiste, il plurivotato Matteo Salvini, e il prescelto di Casaleggio per la guida dei pentastellati, il meno votato Luigi Di Maio, hanno una sola possibilità. Chiedere scusa agli italiani, donne e uomini, riconoscere di avere sbagliato (quasi) tutto, e promettere solennemente che non lo faranno più.

Il Capitano deve capire che quota 100 è stato un regalo a persone fisiche suoi elettori pagato dall’intera platea dei pensionati che hanno un assegno mensile superiore ai 1500 euro. Ha sottratto soldi (importanti) a scuola e infrastrutture, non ha minimamente creato occupazione, e cosa più grave di tutte ha messo in discussione la riforma Fornero delle pensioni, che è una delle due clausole di salvaguardia del debito pubblico italiano (l’altra è il risparmio privato), e ha contribuito così alla fuga degli investitori, caricando sulle spalle dei nostri giovani 17 miliardi di tassi di interesse in più nei prossimi tre anni.

Sul reddito di cittadinanza Di Maio, piuttosto che prodigarsi maldestramente per correggere il testo della lettera del ministro del Tesoro, Tria, alla Commissione europea, farebbe bene a prendere atto che non è l’assistenzialismo, per di più in deficit, la risposta ai problemi strutturali del Mezzogiorno.

Entrambi, insieme e separatamente sempre, devono essere in grado di usare un linguaggio confacente al loro ruolo non più di capipopolo e capire, una volta per tutte, che il vaniloquio dilettantesco e la strumentalità elettorale della polemica con l’Europa, mettono a repentaglio la seconda manifattura europea, l’unità della nazione, la sopravvivenza del progetto di integrazione europea.

Cari Salvini e Di Maio, le vostre scelte cocciutamente improbabili e i comportamenti conseguenti mettono le basi per la colonizzazione franco-tedesca del Nord e la deriva del Mezzogiorno, la liquidazione insomma delle due Italie.

Per una volta entrambi, dite la verità agli italiani: solo l’Europa ci può salvare. Prendete appunti e fate quello che vi ha chiesto. Ricordatevi, cioè, di non fare più assistenza, ma investimenti produttivi e, soprattutto, mettete al centro il Mezzogiorno. Se volete perseverare nell’errore, continuare a saccheggiare i poveri a favore dei ricchi, aumentare qualità e intensità delle balle, bruciare un altro pezzetto di fiducia e fare scappare ancora di più gli investitori dai titoli italiani, allora l’unica soluzione è la crisi di governo.

L’Italia è tornata per il vostro vaniloquio sull’orlo del burrone. A nessuno, nemmeno con un plebiscito di voti, può essere consentito di farla rotolare giù e di portarsi dietro l’Europa.

TAG: Europa, Governo Conte, Lega, M5S, PD, Sud
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