Le mura di casa nascondono piccole insidie che possono creare situazioni in cui ci si può far male. Ma bastano semplici accorgimenti per evitarle e aumentare la sicurezza. A casa si pensa di stare al sicuro, ma in realtà ben il 74% delle lesioni trattate in ospedale avviene proprio lì, o nel tempo libero e lo sport.
Nei bambini sotto i 5 anni il 64% degli infortuni non mortali avviene nella propria abitazione dopo una caduta, mentre sotto i 14 anni la prima causa di morte è rappresentata dagli infortuni accidentali, che coinvolgono di più i maschi. Lo segnalano le nuove Linee guida sulla prevenzione degli incidenti domestici in età infantile, pubblicate dal ministero della Salute.
Secondo i dati Istat, i casi di urto o schiacciamento sono più frequenti tra i bambini e i ragazzi tra i 6 e i 17 anni e l’ambiente dove si verifica il maggior numero di incidenti è il salone, dove si concentrano il 28,5% degli incidenti nei maschi e il 38,4% nelle femmine. Nella stessa fascia di età gli incidenti sono legati in tre casi su quattro ad attività ludico-creative.
Fino ai 5 anni di età il 57% degli incidenti causa danni alla testa e l’incidente più tipico è la caduta con trauma alla testa che in oltre la metà dei casi dà origine a un taglio o a una ferita. Anche tra i 6 e 13 anni la caduta è l’incidente più ricorrente, ma ogni 4 incidenti si verifica un caso di urto o schiacciamento. Le lesioni più frequenti sono contusioni, escoriazioni e lividi soprattutto su braccia e gambe.
A casa c’è un rischio maggiore del 22% di incidenti domestici associato a elementi potenzialmente pericolosi, come il pavimento del bagno e della doccia scivolosi, scale sdrucciolevoli, specchi e porte a vetro vicino alle scale. Nelle linee guida si suggerisce di fare gli interventi informativi-educativi alla popolazione pediatrica, dando precedenza ai soggetti a rischio e sotto i 5 anni, e quando è possibile, associare l’intervento educativo alla fornitura gratuita o a prezzo ridotto di dispositivi di sicurezza.
Gli operatori socio-sanitari adeguatamente formati dovrebbero condurre programmi per lo sviluppo delle competenze genitoriali in tema di sicurezza domestica indirizzati specialmente alle famiglie a rischio. In linea generale, gli incidenti domestici rappresentano un problema di grande interesse per la sanità pubblica: disabilità, sofferenza, calo della produttività sono infatti alcuni degli aspetti legati a questo tema.
Causa importante di morbosità e di mortalità nella maggior parte dei Paesi industrializzati, gli incidenti domestici, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità non risparmiano nessuna fascia d’età e sono la prima causa di morte per i bambini. Da non sottovalutare, poi, l’aspetto sociale legato all’impatto psicologico che questo tipo di infortuni ha sulla popolazione che considera la casa il luogo sicuro per eccellenza.
I dati Istat pubblicati ad aprile 2016 mostrano come quasi l’11% della popolazione italiana abbia dichiarato di essere stata coinvolta in un incidente domestico nei tre mesi antecedenti l’intervista. Le categorie più a rischio sono gli anziani, i bambini e le donne. Tra queste, le casalinghe: 149 mila sono coinvolte ogni trimestre in un incidente domestico. Le più frequenti tipologie di incidenti domestici sono: ferite da taglio (41%) causate da coltelli o altri oggetti taglienti, come bicchieri, lattine, bottiglie e scatolette metalliche.
Cadute (29%), che possono originarsi da scale removibili, sgabelli, tappeti e tappetini, scale fisse. Ustioni provocate da pentole, forno, fornelli, ferro da stiro, olio bollente o acqua/vapore bollente. Un accesso al Pronto Soccorso su 10 riguarda proprio questo tipo di incidente domestico. Avvelenamenti (che riguardano soprattutto i bambini: avvelenamenti per ingestione di detersivi, insetticidi, prodotti per il giardinaggio, lasciati incustoditi o a portata di bambino o travasati in bottiglie anonime.
E poi ci sono gli incidenti legati alle pile e riguardano anch’essi soprattutto i bambini: la rivista Pediatrics ha rilevato che tra il 1990 e il 2009 si sono presentati al Pronto Soccorso oltre 65.000 soggetti sotto i 18 anni per ingestione e/o inserimento in cavità nasali o auricolari; le pile più pericolose sono quelle a bottone).