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L’Avvocatura regionale chiede 5 milioni di euro alla Miteni Spa

| 13 Febbraio 2019 | CRONACA

L’informativa che riporta la Regione Veneto è un atto depositato presso la Sezione Fallimentare del Tribunale di Vicenza chiedendo di essere ammessa al passivo del fallimento della Miteni Spa per un totale di 4 milioni 828 mila 570 euro per le spese sostenute a seguito dell’inquinamento da Pfashttp://www.avvocaturastato.it

Sostanzialmente sono i legali della Regione a far domanda per l’ammissione di credito al passivo e che riguardano le spese per l’esecuzione di indagini ambientali, per interventi strutturali in opere idrogeologiche e per omesso versamento del canone demaniale. Questa è la prima richiesta per alcune voci di pronto risarcimento alla quale ne seguirà una seconda con la quantificazione di tutta una serie di altri crediti, che sono in fase di contabilizzazione, tra cui gli oneri straordinari sostenuti per la prevenzione e la profilassi sanitaria.

Nell’atto in questione vengono sottolineate le spese per interventi strutturali in opere idrogeologiche. In particolare, si tratta di 2 milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture di potabilizzazione nella centrale acquedottistica di Lonigo che ammonterebbe a 1 milione 200 mila euro per il potenziamento della filtrazione delle acque potabili nell’area contaminata, e in particolare per il nuovo impianto di filtrazione della centrale “Natta” nel Comune di Montecchio Maggiore e per il potenziamento del sistema di assorbimento a carboni attivi presso la centrale acquedottistica di Madonna di Lonigo. Mentre 1 milione 500 mila euro furono spesi per la realizzazione di nuove condotte di adduzione primaria idropotabili che consentono l’approvvigionamento di acqua da altre zone regionali e l’interconnessione di fonti idriche regionali di qualità garantita con le reti acquedottistiche dei Comuni interessati all’inquinamento.

Nell’atto vengono scritti anche le spese sostenute per gli studi sull’inquinamento commissionati alle Università di Padova e Verona e all’Arpav, per un totale di 102 mila euro oltre i 23 mila euro per consulenze specialistiche ed 3.570,62 euro in ragione dell’omissione del versamento del canone demaniale; a queste richieste vanno aggiunte gli interessi legali.

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