
Esistono luoghi dove la mentalità mafiosa è dura da scardinare, luoghi in cui si segue il “gregge di pecore” piuttosto che sostenere chi subisce intimidazioni e danni da parte della mafia. Uno di questi luoghi è Mezzojuso, rievoca giocoforza, il perenne condizionamento mafioso perpetrato per anni da parte di Bernardo Provenzano e dai Corleonesi. Proprio a Mezzojuso tre sorelle, titolari di una azienda agricola, si sono messe di traverso contro la mafia dei pascoli che, per anni, ha distrutto i loro macchinari e i loro raccolti facendo pascolare le mucche con la conseguente distruzione dei loro raccolti.
Mucche selvatiche, secondo il sindaco di Mezzojuso intervenuto poche settimane fa nella trasmissione Non è l’Arena su La7 condotta da Giletti. Peccato che, le tre sorelle Napoli, abbiano dimostrato che le mucche erano marcate e quindi sono risalite ai proprietari degli animali. Tre donne, tre fimmine sole e quindi facile bersaglio della criminalità. Ma loro non ci stanno, si sono ribellate recandosi dai carabinieri, ottenendo in cambio dai loro concittadini oltre l’indifferenza e l’omerta’ anche il disprezzo per essersi rivolte agli sbirri per risolvere la questione. Già perché in certi paesi ancora funziona così: se si vogliono risolvere i problemi non si va dalle forze dell’ordine ma dal boss locale.
Irene, Ina e Anna Napoli hanno deciso di sfidare i boss; la loro vita è un ostacolo continuo da 12 anni, da quando il padre è deceduto e loro hanno deciso di proseguire l’attività di famiglia. Una attività produttiva fino al 2006, con 9 mila balle di fieno prodotte e il raccolto del grano. Purtroppo, con l’intrusione della mafia, la produzione è inevitabilmente calata fino ad arrivare a 330 balle di fieno che non riesco nemmeno a vendere poiché nessuno vuole comprarle.
Tutti sottostanno agli ordini della mafia che, quando vuole ottenere qualcosa, può contare sull’appoggio omertoso al fine di portare sul lastrico una azienda per acquistarla ad un prezzo stracciato. Non vedo, non sento, non parlo, persino il Sindaco intervento a ‘Non è l’Arena’ affermando che non era a conoscenza di ciò che succedeva alle sorelle Napoli, in paese nessuno sapeva, come sempre… Visti i continui rifiuti delle sorelle Napoli di vendere i loro terreni che comprendono anche una cava, una sorgente e parte di una riserva naturale, la mafia ha iniziato a prenderle di mira con continui danneggiamenti, incursioni degli animali, distruzione delle attrezzature agricole e persino l’uccisione dei due cani.
Le sorelle Napoli non cedono, anzi riescono a filmare e fotografare le mucche che devastano i loro terreni e non sono certo mucche selvatiche. Appartengno ai confinanti delle sorelle Napoli: Simone e Giuseppe La Barbera, rispettivamente figlio e nipote di Nicola il “porta-pizzini” di Bernardo Provenzano. Nonostante le denunce, i due sono stati assolti dal Giudice di Pace di Corleone. Una beffa ulteriore per le tre sorelle Napoli.
E le istituzioni? il Sindaco si è mosso dopo che Giletti gli ha dato una bella “sveglia” davanti a tanti spettatori rimasti sconcertati dalle parole di assoluta omertà da parte del primo cittadino di Mezzojuso, caduto dalle nuvole davanti ad una vicenda che dura da 12 anni. Intanto, quelle tre fimmine che la mafia pensava di poter facilmente spaventare, vanno avanti nella loro battaglia quotidiana dichiarando che: “la loro famiglia sono i carabinieri”.