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Il valzer dei moscerini

| 30 Marzo 2018 | POLITICA

Ci tocca attendere la fine delle feste pasquali quando il Presidente Mattarella inizierà le consultazioni. Nel frattempo accomodianoci forniti di popcorn e bibita per assistere alle scaramucce tra Salvini e Di Maio che non si rispiarmiano frecciate a suon di tweet. Vanno alla caccia dei voti necessari mancanti per formare un nuovo esecutivo. Li cercano come la Titina, volano voti come moscerini e… intanto Mattarella se ne sta seduto nel giardino del Quirinale come Peppone mezzo addormentato.

I due pretendenti alla poltrona della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel frattempo passano la giornate a lanciarsi frecciate a distanza. Come era prevedibile, l’idillio è durato il tempo di accordarsi sulle Presidenze della Camera e del Senato della Repubblica.

Gigino non ci sta, punta i piedi come un bambino che vuole a tutti i costi il nuovo giocattolo: “O io premier o niente”. Detta le regole per diagolare con lui. Purtroppo fa i conti senza l’oste, gli mancano 90 voti per poter ottenere la fiducia ad un ipotetico governo a 5 Stelle. Dall’altra parte Salvini fa la conta dei numeri: 50 voti di meno rispetto a Di Maio, ma ugualmente complicato reperirli. L’ago della bilancia diventa il Pd, il partito punito dagli italiani alle ultime elezioni politiche che diventa fondamentale per i due pretendenti; infatti Salvini ha dichiarato che parlerà con tutti anche con i pezzi del PD, invece Di Maio guarda al PD in caso di mancato accordo con Salvini.

Il Partito democratico è seduto sul trono del corteggiamento e si gode le scaramucce tra i due pretendenti. Dialogo a suon di tweet quello tra Di Maio e Salvini, nei quali esponenti del PD non stanno a guardare e dicono la loro, come Orfini: “Ragazzi scusate se interrompo il vostro affettuoso coeteggiameno, ma con i voti del PD non farete alcun governo perché i nostri parlamentari staranno all’opposizione. Buon proseguimento!”. Del Rio rincara la dose:” I voti del PD non sono a disposizione. Decidiamo noi”.

Il braccio di ferro è continuo e mentre Di Maio non cede dal suo ‘o io o niente’, Salvini è più realista nell’affermare che se ci sono i numeri si governerà. Tra i due litiganti il terzo decide e lassù sul Colle Mattarella potrebbe dare la zampata finale del gatto che scaccia i moscerini dal suo naso.

Volemose bene e tiriamo a campare, forse è così che finirà.

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