Nella confusa e contraddittoria fase politica che stiamo vivendo è improvvisamente emersa la figura del confessore, un soggetto che si è assunto il compito di ricucire la tela lacerata del centrosinistra, attraverso incontri separati con i protagonisti di quello che Massimo Franco definisce un interminabile psicodramma.
Il personaggio è Romano Prodi, già fondatore dell’Ulivo e presidente del consiglio, il suo assunto è che i vari contendenti non sarebbero divisi da questioni di strategia politica, ma semplicemente da risentimenti personali, diffidenza e sfiducia reciproca.
Questo tipo di ragionamento trae origine dalla visione ostinatamente salvifica della praticabilità di un’alleanza che già in passato ha dimostrato limiti evidenti sul terreno della governabilità, riuscendo a produrre soltanto defatiganti mediazioni ed andando
sistematicamente a sbattere contro insuperabili contraddizioni.
L’opera di cucitura non può essere fine a se stessa, senza un orizzonte di obiettivi condivisi,
altrimenti ne verrà fuori un abito d’Arlecchino da indossare solo in occasione del carnevale.
Il centrosinistra, superati i litigi e stemperate le antipatie, deve fare le riforme istituzionali, o rimanere in estatica contemplazione della Costituzione vigente?
Deve diminuire la pressione fiscale, o introdurre una imposta patrimoniale? Deve promuovere la meritocrazia e modernizzare il Paese, o essere subalterno a tutti quelli che si avvalgono di poteri d’interdizione, per spegnere ogni voglia di cambiamento?
Se Renzi non riesce neppure a governare il PD, nonostante sia stato gratificato da una chiara investitura democratica, come potrebbe mister X tenere insieme Letta e Fratojanni, Civati e Franceschini, Lotti e Fassina?
Sono solo conati, non possiamo chiamarle utopie, perché non hanno la dignità e la grandezza della dimensione onirica.
Il confessore ripropone il suo metodo per tentare di vincere le elezioni, magari di un soffio, come è riuscito a lui per ben due volte, ma il Paese è cambiato, non sopporta più minestre riscaldate ed alchimie che appassionano solo il ceto politico.