La realtà sbugiarda la narrazione: è il caso della debacle elettorale della, ormai, ex Sindaco Giusy Nicolini. L’icona Pd dell’accoglienza non è stata riconfermata dai suoi elettori anzi, arrivando terza, è fuori anche dal Consiglio comunale. Neanche la soddisfazione di vedersi superare dall’uomo nero “de destra”: il prossimo Sindaco sarà un altro piddino.
La politica è questa, si vince e si perde ma per Santa Giusy non è così, l’intellighenzia sinistra si sta rivoltando alla scelta democratica dei lampedusani che improvvisamente si trovano tacciati di razzismo. Poveri cristi imbambolati da un vecchio sistema clientelare che ha sopraffatto la dea buona, dicono quelli che ben pensano.
Intorno al Sindaco Nicolini era stata creata ad arte un’immagine di perfezione, umanità e progressismo da portare nelle cene eleganti. Dal viaggio alla Casa Bianca di Obama, al possibile Nobel per la pace (quello dell’ Unesco lo ha già avuto) tutto firmato Renzi. Che l’isola da lei amministrata in questi cinque anni non avesse risolto i problemi di collegamento con il Continente o il dramma dell’approvvigionamento idrico, sono quisquilie. Lei era Lei e non andava messa da parte.
Fioriscono articoli che la esaltano come “la donna che farà ricordare Lampedusa nella Storia”, sui social impazza il disprezzo per chi non l’ha capita e, quindi non la merita. La deputata Kyenge ha usato una seduta dell’europarlamento per manifestarle solidarietà dopo scritte offensive apparse sui muri ma non ricordiamo altrettanta foga per pupazzi appesi tanto amati dai “piazzaleloretisti”
La narrazione voleva una santa, la realtà ha scelto di dirle basta.
#Statece!