Le serrate trattative per il varo di una legge elettorale sul modello tedesco, che prevede una soglia di accesso del 5%, comunemente denominata “sbarramento”, stanno mettendo in subbuglio il frastagliato e multicolore arcipelago dei gruppuscoli, che, come coriandoli impazziti, svolazzano per i corridoi delle camere e si interrogano sul loro destino. Mai come in questa legislatura, che volge faticosamente al termine, il trasformismo aveva raggiunto gli attuali livelli, regalandoci un numero scandaloso di piccoli partiti, impegnati in manovre
acrobatiche, nel disperato tentativo di assicurare la sopravvivenza ad un ceto politico meramente autoreferenziale e sideralmente lontano dagli interessi del Paese.
La cosa più buffa è che costoro amano definirsi responsabili per dare dignità alla pratica del piccolo cabotaggio nella quale riescono ad offrire il meglio di se. Ma sono solo acrobati, che, con abilità circense, si esibiscono in tripli salti mortali, avendo come unica finalità di rimanere il più a lungo possibile sotto le luci della ribalta. Adesso, se la riforma elettorale riuscirà a smontare il tendone, si potrà forse tornare ad un confronto tra partiti veri ed a mandare in cassa integrazione i funamboli della democrazia.