
Casa Dolce Casa? L’Assurda Storia di un Figlio e della Sua Mamma Ultra Ottantenne
Dalla periferia chic di Milano, una saga di illegalità che sfida ogni logica e denuncia un sistema
che tace.
In un’epoca in cui le notizie di occupazioni abusive e di appropriazione di immobili sembrano quotidiane, afifora un racconto che sembra uscito da una sceneggiatura surreale. Protagonista di
questa storia? Un sessantenne milanese, noto alle forze dell’ordine per precedenti penali a Lecco per minacce già stato agli arresti domiciliari nel 2016 che decide di espandere la propria casa in
modo decisamente discutibile.
La scena si svolge nella tranquilla, quanto affascinante, periferia di Lambrate. In un momento di follia edilizia, il nostro protagonista butta giù un muro di confine con l’appartamento adiacente,
ignaro (o forse con totale disinteresse) dei pericoli che questo atto comporta per l’intero edificio. E per rendere la situazione ancora più grottesca, gioca la carta della responsabilità, addossando la
colpa all’anziana madre, ultra ottantenne e con seri problemi di salute, che dovrebbe essere presa per mano, non coinvolta in simili follie.
Le autorità, invece di intervenire immediatamente, assistono incredibilmente alla scena, lasciando che la situazione evolva. Un’abitazione abusiva, infatti, diventa il palcoscenico di un dramma da
far impallidire i migliori film italiani, dove il concierge dell’illegalità diventa, per l’appunto, il figlio di una mamma affettuosamente trascurata e trascinata nell’ illegalità !
Ma non finisce qui: la storia si complica ulteriormente con l’emergere di subaffitti a figure eccentriche, che puntualmente irrompono nella narrazione, rendendo il tutto ancora più surreale.
Garages occupati e spazi sottratti a chi, in tutta onestà, attende semplicemente di avere un tetto sopra la testa.
Il tessuto sociale di Milano sembra sdoppiarsi, rivelando una faccia inquietante e misconosciuta della città, che da sempre incarna l’immagine del progresso e dell’ordine. Un’Italia dove le leggi
sembrano allungarsi, e in cui l’iter burocratico si trasforma in un labirinto di possibilità per chi ha il coraggio (o la sfrontatezza) di sfidare le norme, mentre i cittadini onesti si trovano a fare i conti
con un sistema che, evidentemente, ha perso il suo senso di giustizia.
In questo contesto, ci poniamo la domanda: come è possibile che un’azione tanto eclatante possa rimanere inosservata, senza alcuna reazione da parte delle autorità preposte? La risposta,
purtroppo, è un triste riflesso di una società che spesso consente, se non addirittura giustifica l’illegalità.
La verità è che in Italia, persino l’apparente ordine può nascondere un caos giuridico che rende ogni giorno più difficile capire cosa sia giusto e cosa non lo sia. E così, mentre la storia di questo
sessantenne e della sua mamma ottantenne si dipana, noi restiamo con l’amara consapevolezza che il confine tra legalità e illegalità può essere, in molti casi, incredibilmente labile.