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Chiesta la revoca della semilibertà ad Alberto Stasi

| 30 Maggio 2025 | CRONACA
Alberto Stasi intervistato da Le Iene

La richiesta di revoca della semilibertà concessa ad Alberto Stasi ruota tutta attorno a una questione: l’intervista rilasciata alla trasmissione televisiva Le Iene e andata in onda il 30 marzo 2025 in merito al delitto di Garlasco che ha visto incolpevole protagonista Chiara Poggi.

Lo chiarisce la procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, secondo cui il colloquio con i giornalisti non sarebbe stato autorizzato e costituirebbe una violazione delle condizioni previste per i permessi premio.

Stasi: un’intervista non autorizzata?

Secondo quanto ricostruito in udienza dalla sostituta Pg Valeria Marino, Stasi avrebbe usufruito del permesso premio esclusivamente per motivi familiari, non per incontrare i media. Una posizione, questa, in contrasto con quanto affermato dal direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, che aveva invece sostenuto come l’intervista non avesse infranto alcuna prescrizione.

La Procura Generale ha investito della questione la Corte di Cassazione, ma i tempi della Suprema Corte, in casi simili, non sono mai brevi. Intanto, la procuratrice Nanni ha sottolineato che il percorso carcerario di Stasi è stato fino ad ora contraddistinto da un comportamento rispettoso delle regole.

Cosa dicono i giudici della Sorveglianza

Nel provvedimento dell’11 aprile con cui è stata concessa la semilibertà, si evidenziava che Stasi aveva mantenuto “toni pacati” durante l’intervista e che il suo comportamento era stato “rigoroso e costante” nel rispetto delle norme carcerarie.

Anche la giudice di Sorveglianza, Maria Paola Caffarena, aveva specificato che il provvedimento non imponeva a Stasi alcun divieto esplicito di avere rapporti con la stampa. Inoltre, secondo il collegio giudicante, l’intervista — considerato il tono e il contesto — non sarebbe tale da compromettere l’andamento positivo del suo percorso trattamentale.

I giudici avevano rilevato la presenza dei presupposti per una “ulteriore progressione trattamentale”, evidenziando la condotta regolare di Stasi durante i permessi premio e lo svolgimento di attività lavorativa all’esterno. A pesare favorevolmente, anche l’entità della pena già espiata e il termine della condanna non troppo distante.

Stasi: cosa succede adesso?

L’ultima parola spetta ora alla Cassazione. In attesa del verdetto, il caso Stasi torna al centro del dibattito, ponendo nuovi interrogativi sul confine tra libertà di espressione, gestione dei benefici carcerari e comunicazione pubblica da parte di chi sconta una condanna per un delitto che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana.

TAG: Alberto Stasi, carcere Bollate, Cassazione, Chiara Poggi, cronaca giudiziaria, delitto Garlasco, diritti detenuti, Francesca Nanni, giustizia italiana, intervista Le Iene, Le Iene, Maria Paola Caffarena, permessi carcerari, permesso premio, Procura Generale Milano, progressione trattamentale, revoca semilibertà, semilibertà, Tribunale di Sorveglianza
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