
Inserire il dialetto veneto tra le lingue delle minoranze tutelate dall’articolo 6. Questa l’ultima battaglia della Lega, che si allaccia a quella aperta sull’Autonomia differenziata. Il Carroccio ha infatti presentato alla Camera un disegno di legge per poter insegnare le lingue regionali nelle scuole “di ogni ordine e grado con una particolare attenzione alla scuola materna”.
L’iniziativa parlamentare, a prima firma di Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero dello sviluppo Economico, e presentata insieme ad altri 17 deputati leghisti, vuole quindi aggiungere il veneto tra le lingue minoritarie prevedendone l’obbligatorietà dell’insegnamento. Se la riforma andasse a buon fine, servirebbe però un ulteriore passo. La Regione guidata da Luca Zaia dovrebbe infatti siglare un protocollo d’intesa con il ministero dell’Istruzione per definire i criteri generali.
Il disegno di legge coinvolge anche i media del territorio: un articolo infatti prevede che la Regione possa ratificare “accordi con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e con le emittenti radiotelevisive locali, anche a tal fine appositamente costituite, per la promozione di trasmissioni giornalistiche e di programmi generali in lingua minoritaria”.
Anche in Piemonte si discute di una proposta di Legge simile, a firma del consigliere regionale leghista Andrea Cane. Il provvedimento vorrebbe salvaguardare il patrimonio linguistico e dialettale regionale, “in quanto elemento qualificante dell’identità piemontese”, prevedendo che il dialetto venga utilizzato anche nella cartellonistica, nella segnaletica turistica e per i segnali stradali e introducendo a scuola un’ora facoltativa di piemontese.