
Dottrina Breznev, anno 1976. L’Unione Sovietica è il punto focale, di tutto l’Est Europeo. L’orgoglio militare prima e politico dopo, spinge i vertici sovietici ad ampliare e potenziare il fiore all’occhiello delle forze armate russe: La “Voenno Morskoj Flot” . Mosca cambia direzione e punta in alto, con il progetto Atlantic 1164, che prevede la costruzione dellincrociatore pesante della Classe Slava “Moskva”.
Una storia degna di essere raccontata in onore dei marinai sovietici e russi – ciechi e obbedienti, coraggiosi e orgogliosi – consapevoli di prestare servizio in una delle navi che all’epoca del varo, rappresentava il” Grosso” della flotta sovietica.
Vladimir Putin, capì subito che il crollo dell’URSS, avrebbe portato nelle sue mani una grande eredità :La Marina Sovietica. Il nemico considerato dalla NATO, potenzialmente pericoloso e capace di colpire in qualsiasi punto del Globo terrestre.
Nel 1983, il Moskva entrò in servizio, scorrazzando nei principali porti del Baltico e nelle gelide acque del Nord Atlantico, osservato, spiato, inseguito dal naviglio occidentale, che voleva carpirne i segreti, le capacità operative, lo scafo, gli armamenti in un grande gioco chiamato Guerra Fredda. Ma lui, il Grande Slava, solcava i mari impunemente, mostrando la bandiera navale all’impero e al mondo.
La NATO, provava a spiare e ostacolare qualsiasi attività militare sovietica, ma il Patto di Varsavia, gridava ai quattro venti che i “Tiranni, nemici del Socialismo, non avrebbero mai osato sfidare le loro considerevoli capacità” . La Dottrina Breznev, figlia del socialismo in un solo paese, passa la mano a Chernenko, il passo è breve, fino al 1985,quando Mikhail Gorbaciov prende in mano, le redini del PCUS. Il Moskva? Continua la sua missione, approdando in tutti i porti sovietici, del Mediterraneo, dell’oceano Indiano, fino al giorno in cui lo stesso Gorbaciov decide di utilizzarlo, per lo storico incontro a Malta, con il leader USA, George Washington Bush. Il Moskva, fu testimone oculare del trattato sul disarmo nucleare, fra i leader delle massime potenze dell’epoca.
“Fu come vedere un mostro che usciva dalla foschia mattutina e veniva verso di noi, con la sua enorme prua” Il Comandante del Peschereccio italiano Enea, Franco Campisi, rimase sbalordito. Il Moskva, venne incontro al piccolo peschereccio-operante nei ricchi banchi di pesca al largo di Malta- navigando verso l’isola di Malta. Il Punto di ancoraggio, era, stato fissato nella Rada di Marsa Scirocco. Lo Slava, passò da, destra a sinistra e Franco Campisi, lo osservò con il binocolo in tutta la sua potenza. “A Poppa, c’era un reticolo, una sorta di gabbia metallica, dove alcuni marinai si divertivano a giocare a palla a volo. Qualcun altro, guardava verso di noi, con il volto sereno, come a pensare: una barchetta, niente di preoccupante! Dopo un quarto d’ora, nonostante si era allontanato di diverse miglia, notavamo la sua imponente mole, bella da vedere in tempi di pace”.
Nel 1991,dopo il crollo dell’Unione Sovietica, lo Slava, torna nella sua terra natia, a Nikolaev, attuale Mykolaev – il cantiere che lo aveva partorito-per lavori di ammodernamento e ristrutturazione. Durante le tensioni tra Georgia e Russia, il Moskva viene dislocato nel Mar Nero, in supporto del vecchio Incrociatore della Classe Kynda Admiral Golovko, quest’ultimo pronto a lasciare lo scettro di nave ammiraglia della Flotta del Mar Nero. Quando Mosca riconobbe pienamente i diritti dell’Abcasia, il Moskva, fu dislocato nel porto di Sukhumi, riconosciuta come capitale abcasa. Lui, lo Slava, suggellò, l’indipendenza dell’Abcasia, con la sua imponente mole a Sukhumi.
Nel 2000,la nave torna a Nikolaev, dove viene sottoposta a lavori di riprogettazione e riammodernamento della propulsione e della componente missilistica. Un anno dopo l’Admiral Golovko, lascia definitivamente il comando della Flotta del Mar Nero. Il Moskva, terminati i lavori torna a Sebastopoli, passando per Odessa e infine naviga verso l’Egeo, il Meditarraneo, come per avvertire L’occidente della sua onnipresenza. Un modo per far notare alla NATO, che la perdita del Kursk, non aveva indebolito le capacità operative della Marina Russa, ma al contrario, con l’arrivo di Putin, Mosca pretendeva un peso politico e militare, anche fuori dai territori russi.
Nel 2015,il Moskva, viene dislocato nel porto di Tartus in Siria, insieme ad una divisione di cinque navi, compreso un Sottomarino d’attacco della Classe Kilo. Putin, decide di intervenire a, sostegno di Damasco per allontanare la minaccia dell’Isis. Il Califfato, la Bandiera nera dello Stato Islamico, minaccia il regime siriano di Hassad, Mosca coglie l’occasione per dimostrare la forza e le capacità operative della Flotta del Mar Nero.
Nel frattempo i lavori di aggiornamento e riammodernamento non si fermano e nel 2021,il Moskva torna nuovamente nella sua terra natia: Mykolaev e dopo una breve sosta, viene riarmato e aggiornato con i sistemi missilistici antinave e contraerei. Nel Febbraio del 2022, la Russia decide di invadere l’Ucraina. Il Moskva, risponde “Obbedisco” e viene inviato nel Mar Nero, per appoggiare le operazioni anfibie su Odessa e verso l’Isola dei Serpenti. Il Meditarraneo, diventa una zona con un altissimo concentramento di forze aeronavali russe e della NATO. Le fregate Admiral Gorchkov e i cacciatorpediniere russi, della Classe Udaloij e Sovremenny, attraversano il Canale di Sicilia. Il Moskva, rimane in attesa, nel Mar Nero, con compiti operativi. Il 13 Aprile, il Moskva, viene colpito da missili antinave Neptune, lanciati dalle forze ucraine. La nave, si incendia e poi affonda come vuole la storia degli uomini. Per Mosca, si è semplicemente trattato di un incendio, per gli ucraini di un importante operazione navale, culminata con l’affondamento del Moskva, da parte degli ucraini.
Uno “Sberleffo”, al potere navale russo. Per la storia- non per la cronaca, né per la falsa Propaganda dei pregiudizi, dell’orgoglio – abbiamo brevemente rivissuto la breve vita(quasi mezzo secolo) dell’Incrociatore Moskva, nave ammiraglia della Flotta del Mar Nero e orgoglio di quello che ancora oggi è la “Voenno Morskoj Flot “, la più grande eredità sovietica, nelle mani di uno scellerato.