È terminato con tre condanne e sei assoluzioni, a Torino, il processo celebrato con rito ordinario per i fatti di Piazza San Carlo del 3 giugno 2017, quando, durante la proiezione su maxischermo della finale Champions Juve-Real, ondate di panico tra la folla provocarono oltre 1.500 feriti e, in seguito, la morte di 2 donne, Erika Pioletti e Marisa Amato.
La corte di Assise ha inflitto due anni di reclusione a Michele Mollo, dirigente della Questura, un anno e quattro mesi ad Alberto Bonzano, all’epoca dirigente della Questura, e un anno e due mesi a Marco Sgarbi, dirigente della Polizia Municipale. L’accusa aveva chiesto nove condanne.
Ammonta invece a un milione e centomila euro la provvisionale assegnata ai familiari di Marisa Amato. I giudici hanno riconosciuto 500 mila euro al marito e 300 mila euro a ciascuno dei due figli. I responsabili civili, nel procedimento, sono il Comune di Torino e il Ministero dell’Interno. Per la quantificazione complessiva dell’indennizzo si potrà procedere in sede civile.
“La sentenza purtroppo non riporterà in vita Marisa Amato. L’auspicio è quindi che questa decisione, di indubbio impatto giuridico nelle materie della safety e security, diventi anche uno stimolo culturale affinché tragedie di questo tipo non si ripetano”, commenta l’avvocato Nicola Menardo, dello Studio Grande Stevens, patrono di parte civile per i familiari della donna.
Il processo ha preso in esame le presunte lacune in materia di organizzazione e gestione dell’evento. Disastro, lesioni e omicidio colposo erano i reati contestati. In un filone parallelo, celebrato con il rito abbreviato, l’ex sindaca Chiara Appendino è stata condannata a 18 mesi. Tra gli assolti figurano l’ex viceprefetto Roberto Dosio, due dirigenti del Comune e i componenti della commissione provinciale di vigilanza.