La lingua italiana è la quarta più studiata al mondo, dopo inglese, spagnolo e cinese. Il dato rispecchia un’eternità storica e culturale unica, che è eccezione e vanto per il nostro Paese.
La lingua italiana è stata recepita per secoli come lingua della musica, della creatività artistico-letteraria, della comunicazione scientifica e degli scambi commerciali. Si parlava italiano nei teatri, nelle corti, nelle accademie d’Europa, nei porti del Mediterraneo.
Dalle prime civiltà all’impero Romano, dal Medioevo al Rinascimento, dal ‘700 fino all’era moderna, l’Italia ha influenzato in modo determinante tutta la cultura mondiale, come nessun altro paese al mondo.
Ma come nasce la letteratura italiana?
La nascita della letteratura italiana si colloca in un preciso contesto storico: l’Italia nel Duecento e nel Trecento, nettamente divisa tra Centro-Nord e Sud.
Nel Centro-Nord si afferma una rete di città autonome, i Comuni, che si danno ordinamenti di tipo repubblicano. Il Sud invece è ancora retto da forme monarchiche: regni dei Normanni, degli Svevi e degli Angioini.
Al Centro si consolida lo Stato della Chiesa, uno stato in cui il potere temporale e quello spirituale sono nelle mani del papa.
Dove nasce la prima scuola letteraria italiana?
Alla corte dell’imperatore Federico II di Svevia, lo “Stupor Mundi” che fa di Palermo il centro del suo impero.
Alla corte degli Svevi trovano posto giullari e trovatori, che narravano storie d’amore, e menestrelli, i musicisti di corte).
La prima scuola letteraria italiana – la scuola siciliana appunto – prende spunto da quella franco-provenzale e s’ispira agli ideali dell’amor cortese.
La donna è vista dall’amante come un essere sublime e irraggiungibile, quasi divino. L’uomo si pone in un atteggiamento d’inferiorità rispetto all’amata (servo d’amore), che può conoscere anche solo di fama (cioè non l’ha mai vista)
La devozione alla donna ingentilisce l’uomo, lo purifica.
L’amore è eternamente inappagato e genera sofferenza e tormento perpetuo.
E’ un amore adultero, fuori dal matrimonio (nelle classi alte, il matrimonio era solo un contratto stipulato per ragioni dinastiche o economiche) e quindi segreto. Il nome della donna non viene mai pronunciato, e si usa uno pseudonimo (Senhal).
L’amore è una passione totale, esaltante: si parla di “religione dell’amore”. Nasce così un conflitto tra amore e religione, tra amore per la donna e per Dio. E per questo la Chiesa condanna l’amor cortese.
Qual è la differenza tra i trovatori provenzali e quelli siciliani?
La poesia dei trovatori provenzali era scritta per essere cantata davanti ad un pubblico. I trovatori provenzali erano per lo più nobili che avevano ricevuto un’istruzione musicale.
La poesia dei Siciliani invece è soprattutto scritta: i poeti erano borghesi, funzionari di corte laureati in Giurisprudenza, e – salvo alcune eccezioni – non conoscevano la musica.
La scuola Siciliana influenzerà tutta la successiva poesia italiana.
Di seguito un sonetto di Giacomo da Lentini, conosciuto come Iacopo da Lentini, o “Il Notaro” , poeta e notaio italiano, tra i principali esponenti della Scuola Siciliana. Lentini è considerato l’ideatore del sonetto.
L’amore è un desio che ven da’ core
Amore è uno desio che ven da’ core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima generan l’amore
e lo core li dà nutricamento.
Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so ’namoramento,
ma quell’amor che stringe con furore
da la vista de li occhi ha nascimento:
ché li occhi rapresentana lo core
d’onni cosa che veden bono e rio
com’è formata naturalemente;
e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e li piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.