
Entrare nel locale TerrazzaDuomo21, punto di riferimento in grado di offrire agli ospiti e clienti un’esperienza indimenticabile, e trovarlo invece al buio, senza avventori e avvolto nel silenzio e nella sola bellezza della vista mozzafiato del Duomo, dona un’emozione particolare, un misto fra tristezza, ammirazione, e consapevolezza del momento attuale che stiamo vivendo, di forte crisi.
Il mio viaggio all’interno della divulgazione del Made in Italy in ogni ambito, prosegue attraverso interviste esclusive a importanti imprenditori del mondo dell’intrattenimento e ristorazione, che da un anno sopravvivono alla crisi sanitaria e ora a quella economica, con sentimenti che provano il rimpianto per un tempo che non c’è più e la speranza nel futuro e nella ripresa.
L’intervista a Carlo Grimoldi, (che molto raramente si rende “visibile”) è una vera e ghiotta occasione per portare alla luce il punto di vista del titolare del suggestivo “TerrazzaDuomo21”, dove i salotti e le vetrate si affacciano anche sull’interno della Galleria Vittorio Emanuele (per gli storici: una delle sale è stato l’ufficio di Mussolini a Milano), e i ricordi di tutti noi, organizzatori di eventi o assidui frequentatori, spaziano tra iniziative nei mondi del Fashion, cocktail indimenticabili, matrimoni, conferenze aziendali, presentazione di libri, serate dopo le partite serali o feste di compleanno con gli amici più stretti, in un contesto speciale, che richiama a un appartamento di lusso e di classe. (Design dell’Architetto Andrea Langhi). L’ultimo evento realizzato, per cui il trait d’union è proprio Carlo, che ha messo in contatto i partner del Progetto, è stato a dicembre 2020: la presentazione della campagna “SostieniciConDolcezza”, realizzata in collaborazione con “Orlando Bakery”, (il produttore del “Panettone Solidale”) e la “Fondazione PUPI”, di Paula e Javier Zanetti.
L’acquisto del TerrazzaDuomo21 e il relativo investimento, avviene dopo l’Expo del 2015, considerando la location unica, dallo standard qualitativo altissimo, l’impegno a mantenere il lavoro per lo staff e i dipendenti esistenti nella precedente gestione e il culto del Made in Italy, con la cantina e la carta del ristorante che esaltano l’Italia.
Sin da giovanissimo Carlo si è specializzato nell’organizzazione di serate nelle discoteche e nell’attività di PR, partita prima come hobby e trasformata POI in lavoro, anche con il supporto dell’esperienza maturata a fianco della famiglia Baldaccini, leader a Milano, nella gestione dei locali “simbolo” della notte, come ad esempio l’Hollywood di Corso Como.
Da uno dei balconcini, alle spalle la Cattedrale, Carlo ricorda e racconta, con pacatezza e chiarezza, la sua esperienza e l’attualità, dalle quali è assolutamente importante raccogliere emozioni e prospettive di soluzioni per la ripresa del lavoro dopo un anno di fermo dell’attività.
COPERTINA PROGRAMMA WEB TV MIMOSE TIME, CARLO GRIMOLDI
Attraverso l’intervista, Carlo spiega la condizione e la situazione, vissute specialmente nei bar situati nel centro di Milano, che non accolgono turisti dall’inizio della pandemia, e che, nonostante le nuove disposizioni sulla sicurezza sanitaria con la ‘zona gialla’ e l’apertura dei locali dalle 5 alle 18 dal 1 febbraio 2021, non riescono a sopravvivere serenamente alla crisi del settore, con tutte le conseguenze nel mondo del lavoro, della vita della città e delle persone.
Carlo, come proprietario di alcuni dei locali milanesi più “glamour”, è molto preoccupato: “Abbiamo riaperto dopo mesi di chiusura, grazie alle disposizioni in merito alla fascia “gialla” ma questo orario che ci permette di somministrare fino alle 18, è solo un primo passo verso la ripresa, non garantisce sicurezza a nessuno.
Il nostro è uno dei settori più colpiti dalla crisi e specialmente in una zona come la nostra, dove non abbiamo più la presenza giornaliera di turisti, dì clienti lavoratori delle aziende private e pubbliche del centro città, e con i costi elevatissimi di affitto, crediamo sia veramente impensabile sopravvivere senza una reale progettualità, continuità di lavoro e certezze”.
Come nella maggioranza dei locali del centro, il nostro, rappresenta un luogo di socialità, di relax e di richiamo turistico, che non ha il passaggio alternativo del “delivery”, in quanto lavora prettamente sulla clientela degli uffici e soprattutto dei turisti, che ormai mancano da un anno esatto.
“Siamo in grande difficoltà, speriamo di tornare a operare a pieno ritmo al più presto – continua Carlo – Per cominciare a pensare alla ripresa, auspichiamo almeno un ritorno alla riapertura fino alle 22, per assicurare l’aperitivo completo e la cena. Da sempre abituato a lavorare 7 giorni su 7, mi sono ritrovato quasi disoccupato e con grande preoccupazione per il futuro, anche rispetto alla responsabilità e l’incertezza nel garantire il lavoro ai miei dipendenti, (più della metà sono ancora in cassa integrazione) come Amministratore di diverse società. Dove siamo riusciti, abbiamo anticipato la cassa integrazione, ma, in altre realtà non è stato proprio possibile. Questo è il momento più duro della mia vita. La gente ha paura e in buona parte non esce per scelta. La pandemia non è ancora sconfitta e manca la presenza fondamentale sia dei clienti abituali, sia di aziende che non hanno più capacità operativa ed economica di organizzare eventi e iniziative nei locali.
Questa pandemia ha cambiato profondamente i modi di vivere degli italiani e dei milanesi, che saranno segnati per sempre da questo problema mondiale ma più “organizzati”. Siamo tutti più attenti e consapevoli del profondo cambiamento sociale rispetto ai rapporti tra persone e luoghi dove ritrovarsi, anche se, la grande voglia di riprendere a vivere “normalmente” è molto visibile e talvolta pericolosa, come testimoniano le immagini di assembramento ad esempio sui marciapiedi dei Navigli nei week end di febbraio … In un locale organizzato, questo non avviene.
Noi del centro siano la parte più colpita, con gli uffici vuoti in smart working, e siamo penalizzati anche rispetto alla periferia, nonostante tutte le disposizioni che abbiamo messo in atto, per la sicurezza di tutti.
Il nostro fatturato è a -65%, ed è bene ricordare, (in molti non lo sanno), che essendo in affitto dal Comune di Milano, in un bene storico monumentale, paghiamo un canone molto alto, senza sconti e con costi sempre uguali da sostenere, pur avendo lavorato pochissimo (per esempio la Tari, la tassa sull’immondizia e l’Imu). Ci auguriamo che il nuovo Governo porti nuove soluzioni, e che Milano torni la città del movimento, con la spensieratezza della vita, perlomeno “normale”. Siamo feriti … ma confidiamo nella vaccinazione del più grande numero possibile di persone in breve tempo.
Il bene primario è sicuramente la salute, che deve però essere direttamente collegata all’organizzazione del futuro lavorativo di milioni di cittadini e lavoratori addetti in questo settore e in tutti gli altri della vita produttiva del nostro Paese.
L’ultimo pensiero di Carlo è rivolto ai tanti imprenditori che non sono riusciti a proseguire nella loro attività e a coloro che non riusciranno a passare il momento di crisi e che purtroppo, dovranno chiudere bottega: “Noi vogliamo resistere per ridare ai nostri dipendenti e alla nostra città, il calore dell’incontro e della bellezza, valori che si possono trovare solo in luoghi dove esiste la serenità e la voglia di ricominciare”.
L’intervista video è su You Tube. Programma web tv MIMOSE TIME, di Ketty Carraffa.