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Ma mi Facci il piacere

| 19 Giugno 2017 | ATTUALITÀ, CULTURA, POLITICA

“Ma mi facci il piacere”, mitica frase pronunciata da Totò in un celebre film, oggi assume tutto un altro significato.

Il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha sospeso per due mesi dalla professione e dallo stipendio il giornalista Filippo Facci per aver pubblicato sul quotidiano Libero il 28 luglio 2016 un articolo titolato “Perché l’Islam mi sta sul gozzo “. La domanda sorge quasi spontanea, ma questi signori leggono i giornali dell’anno precedente o le riunioni per decidere la sospensione sono state lunghe e tortuose? Come si fa ad applicare la sanzione dopo quasi un anno dalla pubblicazione? Filippo Facci è uno di quei pochi giornalisti che scrivono esattamente quello che pensano, senza nessun filtro, condizionamento o pressione. Si può essere d’accordo con lui o meno, ma va apprezzata la spiccata sincerità della persona che non si piega neanche di fronte alle sfide più dure.

Si deve fare un fronte comune contro queste censure che ci fanno scivolare in una condizione di dubbia libertà di pensiero, tutti coloro che si allontanano dal “pensiero unico” devono essere emarginati, negata loro la possibilità di diffondere il loro punto di vista e pensiero. Niente di più orribile e deprecabile, è la strada che porta verso una società meno libera e sempre più incatenata ai dogmi comportamentali. Avercene di giornalisti come Filippo Facci, saremmo sicuramente messi meglio nella classifica sulla libertà di stampa, ci sarebbe maggiore scambio di vedute ma, purtroppo, i giornali, non li gestiamo noi ma editori rimpinzati dai contributi all’editoria e, capita, che una notizia come questa non trova spazio nelle maggiori testate giornalistiche.

Le punizioni per opinioni non hanno nessun senso, anche in questo caso: certo l’articolo ha delle posizioni molto forti, ma esprime un sentimento comune che non sempre emerge visto l’alone di paure generate dall’argomento trattato. E chi come Facci ha il coraggio di descriverlo e circoscriverlo andrebbe premiato. In totale solidarietà e per chi se lo fosse perso vorrei riproporvelo.

Libero 28 luglio 2016 <Perché l’Islam mi sta sul gozzo> di Filippo Facci

Odio l’Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È da 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole scrisse Giuliano Ferrara una quindicina di anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie. Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli Islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, i muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare. Odio l’Islam perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono o fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l’Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io ad essere il loro.

TAG: elezioni, Facci, Filippo, giornalismo, giornalista, informazione, Libero, M5S, notizie
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