Steven Allan Spielberg è stato il primo regista che ha mostrato sul grande schermo tutta la sua ferocia, (anche se in chiave cinematografica), oggi, lo squalo bianco è presente anche nell’Adriatico. L’ultimo avvistamento risale a ottobre, pur essendo già un “ospite” conosciuto, lo squalo che è stato avvistato a circa 350 metri dalla riva al largo di Fano (Pesaro) non è né il primo né l’unico esemplare di grosse dimensioni avvistato nel mar Adriatico. Le specie più comuni nei nostri mari sono squali di medio fondale come lo squalo volpe, lo squalo limone anche se molto raro, squalo grigio, il verdesca e molto raramente anche lo squalo Mako, negli ultimi anni sono stati avvistati, stranamente, anche diversi esemplari di squalo longimano, una specie pericolosa anche per l’uomo come lo è il Mako, lo squalo Bianco, il Leuca, il limone (anche se attacca solo se in pericolo), lo squalo Toro, lo squalo tigre della sabbia (anche questo attacca solo se in pericolo, ma fa paura solo a guardarlo!) e lo squalo Tigre;
L’ innalzamento del clima e le temperature del Mediterraneo in netto aumento (+2,5° gradi negli ultimi 10 anni) hanno agevolato la permanenza nei nostri mari di pesci che, fino agli inizi degli anni ’80, erano praticamente più unici che rari; oggi, gli avvistamenti di questi grossi pesci sono molto frequenti e per i pescatori, questa non è una buona notizia. Purtroppo, già da diversi anni nei nostri mari ci sono stati avvistamenti anche del grande squalo bianco, a volte purtroppo, è stato confuso con qualche esemplare di squalo elefante e alcuni esemplari sono stati anche abbattuti per errore, lo squalo elefante ha una grossa bocca che spalanca mentre nuota lentamente in superficie per nutrirsi di plancont.
Il Carcharodon carcharias (squalo bianco) è un animale che può superare i sei metri e quasi la tonnellata di peso in età adulta, esso è attirato dai tonni che ogni anno percorrono centinaia di chilometri passando attraverso il Mediterraneo, il Mar Tirreno e il Mar Ionio, qui le tonnare li aspettano e non è raro l’avvistamento di bestioni del genere in prossimità delle coste in alcuni precisi periodi dell’anno. Purtroppo, un altro dei motivi per i quali alcune specie, oggi sono stabilmente inquilini del Mediterraneo, è dovuto, non solo all’innalzamento delle temperature, ma anche alla pesca eccessiva che ha notevolmente penalizzato alcune specie e agevolato delle altre, spostando i flussi migratori di alcuni pesci, ragion per cui, anche i loro predatori sono stati costretti a cambiare abitudini comportamentali e prede, ecco che così, si sono creati degli “spazi vuoti” nella catena alimentare.