Una nuova sfida si presenta per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD), con i dirigenti sempre più alle prese con nuove regole e cambiamenti imposti dalla Riforma dello Sport. In particolare, si fa sempre più pressante l’esigenza di contrastare abusi, violenze e discriminazioni nello sport, grazie all’introduzione dei Modelli Organizzativi di Gestione (MOG) e alla figura del Responsabile Tutela Minori.
La normativa in vigore
Il Decreto Legislativo 39/2021, uno dei decreti emanati nell’ambito della Riforma dello Sport, pone grande attenzione alla tutela dei minori e al contrasto di violenze e discriminazioni di vario genere nello sport. La normativa prevede una serie di passaggi volti a sensibilizzare il sistema sportivo su questi temi e a fornire strumenti utili per prevenire e contrastare tali fenomeni. Le associazioni sportive dovranno adottare dei regolamenti che includano codici di condotta contro abusi, violenze e discriminazioni.
La denominazione “MOG”
Una delle preoccupazioni principali riguarda la denominazione stessa di queste nuove disposizioni, che può risultare fuorviante. È importante specificare che non si tratta di Modelli Organizzativi come definiti dalla Legge italiana, ma di politiche di tutela dei minori e di contrasto alle discriminazioni nello sport. Indipendentemente dalla denominazione, l’obiettivo è promuovere la parità di genere, tutelare i minori e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione.
Cosa devono fare le ASD e le SSD?
Per adeguarsi a queste nuove normative, le ASD e le SSD devono compiere alcune azioni fondamentali:
1. Adottare un regolamento interno che includa una “Policy di tutela e prevenzione dei minori”, in quanto la normativa è principalmente rivolta alla salvaguardia dei minorenni.
2. Nominare un “Responsabile per la tutela dei minori” tra i propri dirigenti e soci.
3. Informare i propri soci e tesserati di questa nomina e indicare come contattare il Responsabile.
4. Comunicare la nomina del Responsabile al proprio ente affiliante, altrimenti l’affiliazione potrebbe essere rifiutata.
È importante sottolineare che il regolamento interno deve tenere conto di vari aspetti, come la composizione del personale, la struttura degli impianti sportivi, i metodi di allenamento e la comunicazione delle violenze e discriminazioni.
Quali sono le sanzioni?
Il mancato rispetto di queste disposizioni può comportare sanzioni da parte degli enti affilianti, come la sospensione dalle attività sportive. Inoltre, è importante ricordare che esistono già sanzioni previste dalla normativa generale per azioni violente, lesive o discriminatorie.
In conclusione, consulenti ed enti sportivi dovranno offrire supporto alle ASD e alle SSD per garantire il rispetto di queste importanti disposizioni. È fondamentale agire tempestivamente per contrastare gli scandali che, purtroppo, ancora affliggono il mondo dello sport, in particolare quello femminile e adolescenziale.