Due mesi dopo la morte della piccola Aurora a Santa Maria a Vico, situata nella provincia di Caserta, i carabinieri hanno proceduto con l’arresto dei genitori, accusati di omicidio e maltrattamenti.
La neonata, che aveva appena meno di due mesi, è stata trovata morta nella sua culla il 2 settembre. Gli operatori sanitari hanno rilevato ustioni e segni di ecchimosi sull’addome, le gambe e i piedi del bambino. La salma è stata sottoposta a sequestro, e un’autopsia è stata ordinata.
Le indagini condotte dai carabinieri hanno portato al sequestro dei telefoni cellulari dei genitori, dai quali sono emerse conversazioni compromettenti tra di loro, fornendo elementi che li accusano. Questi dettagli, insieme alle testimonianze e al referto dell’autopsia, hanno condotto all’arresto questa mattina. L’uomo di 26 anni è detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, mentre la donna si trova nel penitenziario di Pozzuoli.
Dalle indagini è emerso che il padre, 26 anni, avrebbe violentemente colpito la neonata di soli 45 giorni alla testa, causandole una doppia frattura al cranio e al viso. Questo, unito alle ustioni provocate dal bagnetto troppo caldo, avrebbe portato alla morte della bambina.
Si è anche scoperto che la coppia non avrebbe mai portato la neonata a visite mediche durante i 45 giorni di vita, optando per trattamenti autogestiti. Addirittura, sembra che abbiano utilizzato lo strutto come pomata per curare le ferite della neonata, come evidenziato nelle chat recuperate dai telefoni sequestrati. La totale negligenza nel prendersi cura della piccola è emersa chiaramente da tali conversazioni.
Quando la neonata è stata trovata morta nella culla lo scorso 2 settembre, i genitori hanno spiegato ai carabinieri che, nonostante le lesioni evidenziate e le ustioni, la figlia si era addormentata dopo il bagnetto e non si era più svegliata. Hanno affermato di aver seguito il consiglio di una pediatra, contattata da loro, di utilizzare una pomata per le ustioni.