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PSG – Milan il giorno dopo

In uno dei palcoscenici più importanti d'Europa, il Milan, peccando di hỳbris, ha confermato gli stessi limiti emersi nelle precedenti gare.
| 26 Ottobre 2023 | SPORT
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Che il PSG fosse una delle squadre più temibili dell’intera Champions League non c’era alcun dubbio. Che il Milan non avesse imparato alcuna lezione dalle partite precedenti, invece, in pochi se lo aspettavano. Insomma, cambiano i palcoscenici, ma i limiti del Milan sono sempre gli stessi.

Fin dai primi minuti di gioco si intuisce che Pioli ha preparato la gara secondo il solito spartito. La linea difensiva, nella prima parte di gara, è molto alta, con i difensori del Milan che cercano quasi sempre l’anticipo sui giocatori del PSG. Una scelta abbastanza azzardata, se si considera che dall’altro lato c’è un tridente offensivo molto veloce composto da Dembélé, Mbappé e Kolo Muani. Difatti, dopo soli 3 minuti di gioco, Thiaw rimedia un pesante cartellino giallo. Il centrale tedesco è ormai abituato alle sanzioni, visto che anche nella partita contro la Juve si è reso protagonista dell’episodio che ha cambiato la partita in una situazione di gioco pressoché identica.

Anche nelle zone avanzate di campo i Rossoneri cercano di pressare quanto più possibile il portatore di palla e i giocatori che gli stanno vicino, in modo da ostacolare la circolazione di palla. Il Milan accetta di andare 1 vs 1 in fase di pressing, ma questa è un arma a doppio taglio perché, una volta superata la pressione,  il campo si apre e i difensori del Milan sono quasi sempre in parità numerica con gli attaccanti avversari.

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Nell’immagine sopra, si vede chiaramente come la posizione media di Thiaw (n. 28) è completamente disallineata rispetto a quella del compagno di reparto. Questo significa che – e lo abbiamo visto più volte – il centrale tedesco va in difficolta nel difendere a campo aperto quando si trova ad affrontare giocatori abili nel saltare l’uomo. Il cartellino rimediato nei primi minuti, ovviamente, non ha reso più facile la sua gara. Se a questo si aggiunge che i difensori del Milan hanno affrontato contemporaneamente Dembélé e Mbappé, si capisce che il Milan ha osato molto più di quanto avrebbe dovuto.

C’è da dire, a onor del vero, che per una prima parte della gara il pressing molto aggressivo del Milan aveva dato i suoi frutti. Il PSG è andato qualche volta in difficoltà e i pochi pericoli creati dalla squadra rossonera sono derivati proprio da recuperi palla in zone alte del campo. Se però affronti una squadra abile a giocare sotto pressione e soprattutto con dei campioni in grado da soli di risolvere le partite, questo modo di giocare non sempre ripaga. Il secondo gol, che spalanca le porte al PSG, è frutto di una dormita collettiva della difesa milanista. Cose che non si dovrebbero vedere a scuola calcio, figurarsi in Champions.

Per non parlare, poi, della sterilità in fase offensiva. 3 partite giocate nella massima competizione europea e 0 gol segnati. Cercare di isolare Leão negli 1 vs 1 è la strategia di Pioli, niente di più. Il portoghese, si vede, è in serata no. Non solo non riesce quasi mai a saltare l’uomo, ma spreca anche alcune occasioni con dei tocchi in più. Nessuna giocata codificata in avanti, nessun centrocampista che va a occupare l’area. La distanza tra i reparti è palpabile, perché non c’è nessuno che abbia le qualità per fare da collante tra centrocampo e attacco per vie centrali. Solo verso la fine della partita viene spostato Reijnders dietro Giroud, ma ormai è troppo tardi.

Non sono queste le partite in cui fare punti, siamo d’accordo. Anche se possiamo utilizzare queste partite per capire che il Milan ha ancora dei grossi limiti, che, nonostante le evidenze delle partite precedenti, non sono stati neanche attenuati. Il Milan deve ancora adattarsi all’avversario e non può pensare, in questa fase, di imporre il proprio sistema di gioco. Per farlo, è necessaria una qualità superiore dei singoli, aspetto che ai Rossoneri ancora manca.

 

TAG: AC Milan, Champions League, Milan, Paris Saint Germain, psg, Uefa
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