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La superguerra del Sudamerica

| 3 Agosto 2023 | CULTURA, IL FORMAT

Non mancano gli esempi di dittatori che hanno rischiato l’inosabile, da Hitler a Mussolini (che in nemmeno sei mesi aveva dichiarato guerra all’U.R.S.S. e agli Stati Uniti dopo essersi cimentato con scarsissima fortuna in Grecia, Jugoslavia e Costa Azzurra) per finire al novello zar di tutte le Bielorussie, che però, va detto a suo onore, le guerre non le dichiara proprio,per sensibilità osuperstizione.

Ma nessuno di questi personaggi possedeva la beata incoscienza di Francisco Solano Lopez, presidente a vita del Paraguay succeduto al padre, Carlos AntonioLopez, anch’egli dittatore, morto nel 1862.

Il Paraguay possedevaun territorio minuscolo, pari al 2% del Sudamerica, ma esportava tabacco, legname e cotone in quantità ed il suo esercito era considerato il più temibile e meglio addestrato della regione.

Francisco aveva una esagerata considerazione di se stesso e amava paragonarsi a Napoleone Bonaparte perché da giovane era stato a Parigi come diplomatico alla corte dell’imperatore Napoleone III dove aveva conosciuto unaragazza irlandese dai capelli rossi, Eliza Lynch, (la sua Giuseppina?)e nonostante questa avesse esclamato ‘Com’è piccolo!’ quando le aveva indicato il Paraguay su un mappamondo, l’aveva portata con sé quando era venuto il momento di rientrare in patria.

I rapporti con i paesi limitrofi erano via via peggiorati da quando aveva preso il potere, ed erano sfociati nel 1864 nel conflitto con l’impero del Brasile.

Dopo aver conquistato trionfalmente il Mato Grosso FranciscoSolano in pieno delirio di onnipotenza dichiarò guerra anche all’Argentina e all’Uruguay, senza rendersi conto che queste tre nazioni insieme coprivano oltre la metà del Sudamerica, e quando le sorti della guerra volsero al peggio non gli bastò imporre la leva obbligatoria persino ai cinquantenni, la sua popolarità in patria era scesa a dismisura perché accusato di torturare con le sue mani nemici ed oppositori e la guerra della triplice alleanza si concluse nel 1870 sul Cerro Corà con la sua morte e con la morte del primogenito seppelliti a mani nude dalla povera Eliza.

Si dice che la storia la scrivano i vincitori ma in questo caso basta la matematica per dare la misura di questo terrificante genocidio, dei 525.000 abitanti dell’inizio del conflitto ne erano sopravvissuti solo 200.000 tra i quali 28.000 maschi (quasi tutti bambini).

TAG: cultura, Storia
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