Intorno al 18. secolo si diffonde l’uso per le signore del bourdalou anche bourdaloue,, un urinale da passeggio o da viaggio, utile in svariate occasioni per soddisfare i bisogni impellenti. Il nome sembra che risalga al gesuita francese Louis Bourdaloue (1632-1704), diventato famoso per i suoi lunghi sermoni durante la messa e alla corte di Luigi XIV.
A quanto pare ore e ore di prediche ininterrotte. E sembra che il piccolo urinale si diffonda dall’esigenza delle donne di liberarsi senza assentarsi, in piedi o accovacciate, posizionando l’oggetto sotto le voluminose gonne e poi svuotato dai propri domestici. Secondo altri studiosi il nome invece deriva da bour/ruscello/oggetto d’acqua e dalou/eseguire.
Pensato comunque, per le donne dell’alto ceto sociale nei loro viaggi in carrozza e poi usato durante le lunghe passeggiate, i banchetti, in chiesa, a teatro. E sembra senza tanto pudore davanti a tutti. Ma è possibile che le signore si appartassero in un angolo e poi dopo averlo coperto consegnato alla servitù. O ancora nascoste dalle loro vesti vaporose liberassero il bisognino liquido, facilitate anche dalle mutandine divise in due parti, ammesso che le indossassero. Considerando che all’epoca raramente vengono portate e bisogna aspettare l’Ottocento per facilitarne l’uso.
La forma del Bourdalou è ovale, un po’ allungata, provvista da un beccuccio e un manico in ceramica o porcellana, in stile impero francese con motivi egizi. Eleganti, dipinti, colorati e in oro diventano talmente in uso nel 18. secolo da essere inseriti nel corredo. Spesso sono provvisti anche da scritte spiritose e oggi fanno parte di pregiate collezioni in molti musei come a New York, Vienna e Zagabria.
L’uso di questo raffinato urinale femminile si perde intorno alla fine del XIX secolo quando si diffondono i gabinetti e tutto diventa più semplice per fortuna. Alcuni studi riportano il periodo di maggior uso tra il 1710-1850, rivelandosi un amico fidato per alleggerire lo stimolo e il flusso del mondo femminile. Comunque Alexandre Dumas nelle sue Memorie associa il bourdalou al predicatore e al riguardo scrive:
“Poiché, in questo caso, prendere era rubare, Madame Hugo si astenne e, supponendo che il bourdalou facesse parte di una collezione, la collezione non corrispondeva. Ora, perché questi piccoli vasi allungati sono chiamati bourdalous? Eccolo: è che l’illustre predicatore teneva sermoni così infiniti, che le donne dovettero prendere, contro la loro lunghezza, alcune precauzioni che riteniamo inutili da spiegare. Più felice di Cristoforo Colombo, il fondatore dell’eloquenza cristiana ha dato il suo nome, non diremo a un nuovo continente scoperto da lui, ma a un nuovo mobile inventato grazie a lui, che i mobili, con la sua forma allungata e stretta, offrivano maggiori possibilità di trasporto.”