Arriva una nuova primavera, il sole illumina i paesaggi fioriti, che ricordano i celebri dipinti dell’arte. I grandi maestri del colore. che hanno omaggiato e reso eterno questa stagione sulle loro tele. Tra questi la Primavera di Sandro Botticelli con le figure mitologiche, che risale più o meno al 1480, un dipinto a tempera grassa su tavola di pioppo, custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Il quadro viene eseguito per Lorenzo di Piefrancesco de’ Medici (1463-153), cugino di Lorenzo il Magnifico. Commissionato inizialmente da Giuliano de’ Medici per la nascita del figlio Giulio, futuro papa Clemente VII, ma con la sua morte nella Congiura dei Pazzi il quadro passa al cugino. Infatti, Lorenzo lo usa per le sue nozze con Semiramide Appiani e per abbellire Villa Castello medicea.
Il titolo del quadro si estrae dal parere sull’opera del pittore e storico dell’arte Giorgio Vasari (1511-1574): “Una Venere che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera”.
Il dipinto rappresenta secondo alcuni il regno di Venere, seguito dalle tre Grazie, ispirato dalla letteratura, in particolare dal componimento le “Stanze per la giostra” di Poliziano e sembra anche dalle teorie filosofiche di Marsilio Ficino.
L’opera è ambientata in un boschetto d’aranci, dove appare la ninfa Cori, la quale viene rapita dal vento Zefiro che la feconda, trasformando la Ninfa in Flora, la dea romana della fioritura.
Venere, con suo figlio Cupido assistono alla scena, mentre Mercurio allontana agitando il suo bastone le nubi per far spazio alla primavera. Le vesti dipinte seguono la moda del Quattrocento intrise di colori, mitologia e mistero sulla sua interpretazione.
Il Botticelli è un esponente dell’arte figurativa Fiorentina, inizia presto a lavorare nella Bottega del Verrocchio con Leonardo da Vinci. Diventa uno dei massimi esponenti del Rinascimento, nonché il preferito alla corte medicea, protetto da Lorenzo il Magnifico. La sua fama si diffonde in tutto il mondo anche per la Nascita di Venere. Non adotta la prospettiva privilegiando l’aspetto simbolico nelle sue opere e la linea sinuosa, curva nelle figure, che diventano il suo armonico segno distintivo.
La sua arte indelebile è un connubio di equilibrio, dinamismo, eleganza, che incanta per la tecnica e la tanta ammirevole bellezza, un inno a ogni nuova Primavera.
E’ che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
(Pablo Neruda)
Mi sento come un campo seminato nel cuore dell’inverno, e so che primavera sta arrivando.
I miei ruscelli prenderanno a scorrere e la piccola vita che dorme in me salirà in superficie al primo richiamo.
(Khalil Gibran)