
Cosa hanno in comune Leonardo da Vinci, Norbert Wiener, Cartesio, Ada Lovelace e altri 46 uomini e donne, più o meno noti? In 50 menti visionarie – Le persone geniali che ci hanno condotto nell’era digitale (Flaco Edizioni, novembre 2022, prefazione di Massimo Temporelli), Simone Terreni cerca il fil rouge che unisce visionari del passato, teorici del calcolo, pionieri dei calcolatori, eroi delle telecomunicazioni, signori del computer, imprenditori digitali e protagonisti dell’era dei social. E scopre che in una sorta di staffetta inconsapevole, questi uomini e queste donne si sono passati attraverso i secoli un testimone invisibile ma preziosissimo di conoscenze scientifiche, matematiche e tecnologiche che hanno consentito all’umanità di approdare all’era digitale.
Imprenditore, ingegnere informatico, proprietario e managing director di VoipVoice e InsideFactory e già autore di “A superar lo inferno”, Simone racconta ognuno dei cinquanta “giganti” in cinque punti “pennellate” che rendono immediatamente comprensibile al lettore il patrimonio di conoscenze che questi grandi ci hanno lasciato. Il risultato è un’accattivante e suggestiva collezione di informazioni e curiosità, talvolta insospettabili, che suscitano ammirazione e consapevolezza della grandiosità del loro contributo. Oltre agli scienziati visionari che in un libro con questo titolo ti aspetti, come Archimede, Galileo, Newton, Pitagora, Euclide, Cartesio, Antonio Meucci o Guglielmo Marconi, ce ne sono altri che proprio non ti aspetti.
Come ad esempio la bellissima Hedy Lamarr, primo nudo integrale della storia del cinema. Oltre che di un paio di splendidi occhi verdi, Hedy era proprietaria di un cervello portentoso. Studentessa di Ingegneria costretta ad abbandonare gli studi allo scoppio della seconda guerra mondiale, sbarca negli Stati Uniti e insieme al musicista e compositore George Antheil mette a punto un sistema per evitare che i siluri degli Alleati vengano intercettati dal nemico, smistando il segnale di guida dei siluri su diverse frequenze (un sistema oggi noto come Frequency-hopping spread spectrum). E ancora oggi, nei paesi di lingua tedesca, il 9 novembre, giorno del suo compleanno, in suo onore si festeggia la Giornata dell’Inventore.
Di Blaise Pascal, matematico, fisico, filosofo e teologo francese, riecheggiano nelle nostre menti reminiscenze liceali o universitarie di esprit de géométrie ed esprit de finesse e citazioni suggestive, come “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Ma non sono in molti a sapere che, con la pascalina, fu proprio Pascal ad aprire la strada che porterà al calcolo meccanico, poi ai calcolatori elettronici e infine ai computer di oggi. La pascalina svolgeva sottrazioni e addizioni in modo automatico e meccanico, senza errori, fino a dodici cifre. Pascal ne realizzò quaranta esemplari, di cui ne restano solo nove. E in suo onore, Niklaus Wirth chiamò “Pascal” un linguaggio di programmazione basato sul linguaggio ALGOL .
Il motivo di un tessuto jacquard viene tessuto direttamente nella stoffa, invece di essere disegnato o stampato. Il disegno viene creato attraverso l’intreccio di due componenti: l’ordito, cioè l’insieme di fili disposti parallelamente in modo longitudinale, e la trama, cioè il filo che si inserisce a più riprese all’interno dei fili che formano l’ordito, andando a costituire l’intreccio o armatura, ovvero il disegno vero e proprio.
Ma cosa ha a che fare il tessuto jacquard con l’era digitale? Moltissimo. Perché la vera innovazione di Joseph-Marie Jacquard all’inizio del 1800 fu l’introduzione di schede perforate per realizzare trame complesse al posto delle strisce di carta utilizzate fino a quel momento. In pratica, queste schede consentono di programmare il telaio. E le schede perforate saranno usate dalla IBM per tutti i primi computer.
Non mancano nel libro di Simone Terreni alcune “perle” sugli imprenditori digitali e i protagonisti dell’era social di oggi, da Steve Jobs a Bill Gates, da Mark Zuckerberg a Jeff Bezos e Elon Musk.
Tra passato, presente e futuro, “50 menti visionarie” è un libro che fa riflettere sulla potenza della genialità e dello slancio creativo di grandi uomini e grandi donne che, come l’Ulisse di Dante, non hanno avuto paura di superare le Colonne d’Ercole della conoscenza. Facendolo, hanno messo a punto innovazioni che sono diventate patrimonio dell’umanità, e che ci consentono quotidianamente di percorrere quella che Bill Gates chiama “The road ahead” (“La strada che porta a domani”).