In una dimensione onirica e surreale, dove i colori più accesi confondono i pensieri di chi le guarda, cinque figure che in apparenza si sostengono a vicenda penetrano in un luogo che non riusciamo a definire. Hanno capovolto un pezzo di cielo, o forse il cielo intero, e vi posano sopra dei passi stanchi oppure energici.
Sullo sfondo, un’alba illuminante segna un’era e un mondo nuovo.
“L’alba del progresso” di Gian Maria De Nittis più che un dipinto è una realtà, la nostra, in cui le radici non affondano più nella religione e nei vecchi valori, ma corrono instancabili nel progresso e nella fede per la scienza. Che ne sarà dell’individuo?
Viviamo in un mondo in cui abbiamo tutto. I nostri bisogni, grandi e piccoli, sono appagati e soddisfatti di continuo. La civiltà ha raggiunto uno sviluppo mai incontrato prima e non c’è niente che non sia possibile. Tutto questo in meno di due secoli. Secondo Gian Maria De Nittis la formula di un progresso così rapido deriva dall’intrecciarsi costante delle cinque figure del quadro, ovvero, da destra, Scienza, Tecnologia, Economia, Politica e Individuo, allineate in uno schema ben preciso che tende alla realizzazione dei nostri desideri.
Le quattro figure, escludendo l’uomo, sono in competizione tra di loro in una corsa che ha il traguardo nel futuro. Ognuna evolve a diverse velocità e non può mai superare chi la precede. La Tecnologia può rinnovarsi solo con i principi che prima vengono descritti dalla Scienza. L’Economia non può espandersi senza l’innovazione tecnologica. La Politica non governa più i processi economici come un tempo e può soltanto gestire le conseguenze di un sistema libero. I cittadini, infine, tentano di governarsi con la politica ma si sentono stanchi e disorientati. Ognuna di queste istituzioni ha un carattere dispotico, assolutista e legato a una natura pura ed ancestrale. Non ammette altro al di fuori di sé e con ardore allontana gli uomini dall’umanità.
Iniziamo con lo sfondo, Gian Maria. Perché è un cielo capovolto e calpestato?
Certo. Mentre ogni figura si dirige nel progresso, lo sfondo è un cielo caduto dove camminarci sopra. È il crollo del pensiero religioso. Tu per terra vedi dei pezzi di cielo. È tutto crollato e non lo si può negare. Io non sono religioso, Giacomo. Non credo…ma questo soffitto che diviene pavimento è la religione che oggi scricchiola. L’ateismo è diffusissimo. Quando ci penso è più per inerzia che la gente si definisce religiosa. Quasi nessuno crede con passione, legge la Bibbia, prega o va in chiesa. Quasi nessuno cerca Dio o si pone il problema della sua presenza.
Un tempo, dopo la vita c’era Dio. Il cielo-religione, nato per spiegare l’esistenza negli aspetti più invisibili e nascosti, adesso è invece il paradigma del progresso, orientato al futuro e alle scoperte tecnologiche. Infatti, nitida ma non troppo e tutto tranne che timida e riservata, si manifesta in lontananza un’alba del progresso, da cui il titolo del dipinto. Quel che sarà, però, ancora non è dato saperlo…
La Scienza, il desiderio di conoscere
Che cos’è per te la Scienza?
La Scienza è la figura più forte, davanti a tutte le altre. Io la intendo come lo studio della natura, ciò che permette di vedere la realtà. Tutto parte da qui. La Scienza è mossa dalla volontà di conoscere, che per me è la più potente in assoluto. E’ rappresentata da un atomo con gli elettroni fermi, è senza orbite ed è immortalata nel desiderio di conoscere ogni legge fisica per prevedere i cambiamenti dell’universo.
Che cosa significa la Tecnologia nel modo in cui è dipinta?
La Tecnologia
La Tecnologia è l’applicazione della Scienza. Non può esistere senza Scienza. Ma non solo…la Tecnologia è ciò che accompagna l’uomo dagli albori per compensare la sua incapacità adattiva: le lance sostituiscono denti e artigli, le ruote ci spostano più in fretta e via scorrendo. La necessità libera la creatività e genera strumenti via via più sofisticati. Tuttavia, ogni volta che dei bisogni vengono appagati ne emergono di nuovi, prodotti anche dall’aumento stesso della Tecnologia, capace di aprire scenari sempre diversi.
Questo circolo vizioso ha fatto progredire la società fino ai giorni nostri. Nel bene e nel male le innovazioni ci condizionano, ci costringono ad adattarci in loro funzione e modificano pensieri, comportamenti, miti e cultura. I confini tra uomo, scopo e strumenti si fanno nebulosi. Il fuoco di Prometeo, la cui fiamma danzante si attacca alla figura, ci plasma ogni giorno, ci ustiona e ci avvolge con ancora più forza spingendoci nel futuro.
Perché l’Economia è dietro la Tecnologia? Come hai scelto di scomporla?
L’Economia
È dietro perché storicamente l’economia si sviluppa soltanto a seguito di forti innovazioni tecnologiche. È sempre stato così, dalla ruota alla Rivoluzione industriale fino alla scoperta di sistemi per muoversi nell’oceano o nel cielo. Se pensiamo a Internet il processo si ripete.
Per quanto riguarda le parti, l’ho dipinta in questo modo…il diamante sulla testa è ciò che la traina, ciò che spinge le persone ad accumulare ricchezze senza mai fermarsi. È il lusso, il di più, il desiderio di arrivare al vertice. Il corpo è la necessità della crescita e si descrive attraverso dei grafici, emblemi di un sistema capitalista che per dirsi sano deve per forza indicare un’espansione continua.
Le gambe, che portano il peso della figura, sono costituite da due uomini dal volto sofferente. Sono la classe schiava di ogni società. Compiono i lavori più usuranti e meno pagati e permettono al sistema di conservarsi. Il tratto caratteristico di questa categoria è che non gode o gode pochissimo dei frutti del lavoro. La Tecnologia, figura antistante, tende la mano verso di loro perché forse è in grado di aiutarli, aumentando la produttività e agevolando le condizioni lavorative.
Perché la Politica ha una corona ed è senza occhi?
La Politica
La Politica ha una corona sulla testa perché diventare re è il desiderio di qualsiasi politico. Anche per noi che siamo in democrazia. Chi governa vuole stare al di sopra degli altri e dominare. È senz’occhi perché è priva di prospettive, incapace di guardare il mondo e pianificare soluzioni in un sistema modellato da forze che la trascendono. La bocca è larga. Ai politici piace parlare e riempirsi la bocca di narrazioni per alimentare il consenso elettorale.
Il corpo della sagoma indossa un abito elegante con due stili diversi a cui corrispondono le due macro-politiche del momento: quello verde e blu è il globalismo, che vorrebbe un mondo dove tutto è dissolto, senza confini e senza barriere tra gli stati; quello colorato è il sovranismo, che desidera preservare i vecchi confini e le realtà particolari, limitando l’accesso di capitali, beni e persone. La Politica tiene sotto un braccio il potere di esercitare la Legge (il libro con la bilancia) mentre con l’altra mano trattiene l’Economia, la grande fonte da cui trarre ricchezze per finanziarsi.
Qual è il rapporto tra Economia e Politica? Sembra quasi che, toccandosi, le due figure stiano cercando di comunicarsi qualcosa…
Esatto, e le direzioni comunicative sono due. Una è quella che ti ho appena descritto, dove la Politica cerca la mano dell’Economia per ricevere soldi e finanziamenti. Se guardi bene, però, c’è anche un secondo movimento, una specie di spinta, in cui la Politica viene “trascinata” dall’Economia, che le sta davanti, e forse un poco la rincorre. E questo è interessante perché fino a pochi secoli fa non era così. Anzi, era l’opposto. I re contavano molto più dell’economia e dei mercanti e trascinavano tutti quanti nelle loro decisioni. Adesso i mercanti sono la figura più importante. Il mercato è ciò che domina la politica, e non più il contrario.
E alla fine c’è l’uomo? Come si sente l’uomo in tutto questo?
L’Uomo
E alla fine c’è l’uomo, che in questa corsa è trascinato dalla Politica. A differenza degli altri, però, non trascina nessuno. Arranca ed è esausto, non è per niente dinamico. Si tiene la schiena ed è provato anche spiritualmente, stanco di non riuscire a decifrare il mondo. Nonostante il benessere e i progressi scientifico-tecnologici non si evolve insieme alle altre sagome e rimane legato a una natura primordiale, istintiva, emotiva e tremendamente umana.
Se ci pensi viviamo così quasi tutti i giorni. Ogni volta che nascono progressi nascono anche le polemiche, perché l’uomo fatica ad adattarsi. Prendiamo l’Intelligenza Artificiale. Quanto ci spaventa? Prendiamo la globalizzazione. Prima era bellissima. Adesso ne vediamo gli aspetti negativi e le contraddizioni, a volte desiderando di tornare indietro. Per questo l’uomo è stanco, perché dovrebbe avere sempre la conoscenza e la cultura necessarie per capirci qualcosa.
Anche solo comprendere una notizia è difficile. C’è una discrepanza enorme tra la conoscenza delle persone e il bombardamento di notizie e informazioni. E’ qui che sorgono i problemi. Ti senti trascinato da un mondo che spinge e non hai più il controllo su niente.
Quale può essere il ruolo dell’arte in tutto questo?
L’arte si presentifica nell’opera attraverso l’opera stessa. Il suo compito è raccontare e comunicare con un sistema di simboli gli sviluppi che si svolgono nel mondo, immortalarli in un’estetica di qualsiasi tipo e renderli eterni e intellegibili come un’illuminazione sorta in un pensiero di fine giorno… ** Fine **
Qui la prima parte dell’intervista (Gian Maria De Nittis e la pittura come sguardo sul mondo. Sulla mia generazione parte prima [#2]) e il profilo Instagram del pittore (https://www.instagram.com/gengioz/).