Oltre 3.000 morti, migliaia di feriti e dispersi, crolli e danni. È questo il bilancio, ancora provvisorio, del terremoto che nella notte tra domenica e lunedì ha colpito la Turchia e la Siria. La scossa più forte, di magnitudo 7.8, si è registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia).
Secondo i dati dell’Ingv e dell’Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep, nel sud della Turchia e non lontano dal confine con la Siria. Oltre a diverse scosse di assestamento, nella stessa zona in mattinata si è registrata una nuova potente scossa di magnitudo 7.5.
Secondo l’ultimo bilancio, oltre 1.700 morti si registrano in Turchia e più di 1.200 in Siria. L’Usgs stima fino a 10mila vittime. Il presidente turco Erdogan ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. Mentre si scava tra le macerie, diversi Paesi hanno offerto aiuti. In Italia all’alba era stata diramata un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste e il traffico ferroviario era stato sospeso, poi l’allarme è stato revocato e la circolazione dei treni è ripresa.
Continua a salire il bilancio dei morti dopo il terremoto che ha colpito la Turchia meridionale e la Siria. Almeno 1.293 persone sono morte in Siria, altre 1.762 in Turchia. Il totale delle vittime nei due Paesi sale a 3.055.
“Stiamo cercando tutti gli italiani che risultano presenti nell’area colpita dal terremoto. Erano 21 dove ci sono stati i danni maggiori, sono 168 in tutto in quella zona. Per il momento stanno tutti bene”, ha ribadito in serata il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Il ministro ha spiegato che “tutti quelli rintracciati sono in ottime condizioni e stiamo cercando gli altri, con i quali ci sono problemi di collegamento, anche telefonico. Alcuni sono registrati con la Farnesina e quindi sono stati tutti contattati al telefono. Non abbiamo finora notizie negative”.