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Autonomia: il Governo Meloni ha dato l’ok al disegno di legge

| 3 Febbraio 2023 | POLITICA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl sull’Autonomia differenziata, messo a punto dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli: il via libera al testo apre l’iter che potrebbe portare all’approvazione della riforma. Ecco che cosa prevede il documento licenziato dal Governo.

“Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola”: sono queste le parole della premier Giorgia Meloni dopo il varo del ddl sull’autonomia da parte del Consiglio dei Ministri.

Stando alle prime informazioni emerse sul ddl, a differenza di quanto previsto nella bozza circolata nei giorni scorsi, se dalla determinazione dei Livelli Essenziali di Prestazioni (Lep) derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni possono essere trasferite dallo Stato alla Regione “solo dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica”.

La ricognizione della cabina di regia sui Lep “dovrà estendersi alla spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio, sostenuta dallo Stato sul territorio di ogni Regione, per ciascuna propria funzione amministrativa”: lo chiarisce la relazione illustrativa del disegno di legge sull’Autonomia differenziata, approvato dal Consiglio dei ministri.

La cabina di regia entro un anno “predisporrà uno o più” decreti del presidente del Consiglio dei ministri “recanti, anche distintamente tra le 23 materie, la determinazione dei Lep e dei relativi costi e fabbisogni standard”.

Sullo schema di intesa preliminare fra Stato e Regione, dopo il parere della Conferenza unificata o comunque entro 30 giorni, le Camere hanno 60 giorni “per l’esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo”, udito il presidente della Giunta regionale.

Le intese fra Stato e Regioni durano massimo 10 anni, e possono essere rinnovate per pari durata, salvo che una delle due parti manifesti una volontà differente dodici mesi prima della scadenza, e non più sei come previsto in una prima ipotesi. Ciascuna intesa può prevedere casi e modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere.

“Con il via libera in Cdm inizia ufficialmente il percorso del disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata, è un giorno storico! Una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità”, ha detto il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli.

“L’Italia è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del Governo, lavoriamo insieme a Regioni ed enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali”, ha aggiunto l’esponente del governo Meloni.

“L’esistenza di cittadini di Serie A e B è una realtà, in cui la sperequazione non riguarda solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche tra diversi territori: un problema che va risolto e che non può essere attribuito all’Autonomia differenziata, ma è frutto di una gestione centralista”, ha aggiunto poi Roberto Calderoli in conferenza stampa.

Critiche, invece, le opposizioni: per Carlo Calenda si tratta dell’ “ennesima presa in giro elettorale”. Per Giuseppe Conte Meloni “svende l’Unità d’Italia per qualche voto in più”. Mentre Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, invita le “Regioni del Sud e quelle guidate dal Partito democratico” a provvedere a una “convocazione urgente della conferenza Stato-Regioni”. Per Stefano Bonaccini “la bozza Calderoli sull’autonomia differenziata è irricevibile”.

A ogni modo, con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, il disegno di legge sull’autonomia differenziata compie il primo passo per quello che si annuncia, già oggi, un lungo percorso verso la sua piena attuazione. Il traguardo è infatti fissato dal ministro Calderoli a fine anno, al termine di un tortuoso percorso che coinvolgerà, a più riprese, Governo, Parlamento, Conferenza unificata e Regioni.

“Entro 12-13 mesi” il Parlamento dovrebbe approvare il ddl Calderoli mentre nello stesso arco di tempo la Cabina di regia dovrebbe varare i Lep, così da permettere “a inizio 2024” iniziare a esaminare “le proposte” di autonomia differenziata da parte del governo, secondo il timing indicato dal ministro Roberto Calderoli.

TAG: Autonomia, Governo Meloni, Italia, Regioni, Roberto Calderoli
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