
Il governo ucraino mira a tenere un vertice di pace entro la fine di febbraio, preferibilmente alle Nazioni Unite con il segretario generale António Guterres come possibile mediatore. Lo ha riferito il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in un’intervista all’Associated Press.
Alla domanda se inviteranno la Russia al vertice, Kuleba ha risposto che prima Mosca dovrà accettare di essere perseguita per crimini di guerra da un tribunale internazionale: “Solo in questo modo possono essere invitati”.
Tre persone sono morte in un attacco di un drone ucraino a un aeroporto militare nella regione russa di Saratov, sventato dalle difese aeree di Mosca, come dichiarato oggi dal ministero della Difesa russo. Le esplosioni sono la “conseguenza delle azioni di Mosca in Ucraina”. Lo ha dichiarato il portavoce dell’Aeronautica di Kiev, Yuriy Ignat, come riporta il Kyiv Independent. “Se i russi pensavano che la guerra non li avrebbe colpiti nelle retrovie, si sbagliavano”, ha sottolineato ancora.
La Russia, intanto, è pronta a riaprire il gasdotto Yamal verso l’Europa, in base a quanto affermato ieri dal vicepremier russo, Novak. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha sottolineato che Mosca “può dimenticarsi normali relazioni con l’Occidente per un decennio a venire, in attesa dell’arrivo al potere della prossima generazione di politici ragionevoli”. Il Papa all’Angelus torna a chiedere “pace per quelle popolazioni tormentate dalla guerra, pace per la cara e martoriata Ucraina”.
Dopo il via libera della Camera, il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto Nato, per prorogare “fino al 31 dicembre 2023” e “previo atto di indirizzo delle Camere”, il provvedimento. L’ipotesi più accreditata è quella dei sistemi “Aspide”. Intanto Mosca accusa Usa e Alleanza Atlantica di essere coinvolti nel conflitto, “fornendo armi e addestrando militari sul territorio di Regno Unito, Germania, Italia”.