Il vischio è un simbolo del Natale che ha origini antiche, considerato una pianta sacra e di resurrezione come per i Celti e anche benefica e curativa. In inverno per loro diventa magica. Per i Druidi (antichi sacerdoti scandinavi), la pianta aiuta a tenere lontano le epidemie e possiede dei poteri divini, proprio perché non tocca la terra. In seguito dal culto pagano diventa un simbolo della religione cristiana di amore e fortuna. Nel Medioevo, la Chiesa tende a sconsigliarne l’uso, essendo legato al paganesimo, ma per il popolo continua ad essere un portafortuna. E in Inghilterra viene ripristinato dal 1811 durante l’epoca Regency, come dimostrano le illustrazioni natalizie del periodo.
Il vischio (Viscum album ), viene definito un piccolo arbusto semiparassita, che vive intrecciandosi agli alberi come la quercia, il melo e il pioppo. E proprio per il suo aspetto appiccicaticcio che nasce l’aggettivo vischioso, termine usato anche dal Petrarca per esprimere l’attrazione dell’uomo verso la donna e l’intreccio che ne segue.
L’usanza natalizia è legata alla mitologia Germano-Scandinava, al Dio Balder. Infatti la leggenda racconta che Balder il figlio della dea Frigg e del dio th, era molto buono, motivo che ingelosisce il fratello Loki, tanto da volerlo uccidere. Ma la madre intuendo il pericolo fa giurare al popolo, agli animali e alle piante di proteggere il figlio. Purtroppo le raccomandazioni della Dea sfuggono alla pianta del vischio. E Loki ne approfitta per preparare con questa pianta una freccia e consegnarla, ingannandolo al Dio Hodhr, il quale essendo cieco crede che fosse solo un’arma da combattimento.
Balder durante l’allenamento con Hodhr, viene colpito e muore. La madre, si dispera sul corpo del figlio, ma mentre piange le sue lacrime a contatto con il vischio si trasformano in bacche perlate e il figlio riprende miracolosamente vita. A quel punto il vischio è considerato un simbolo della lotta del bene sul male e chiunque passasse sotto l’albero viene baciato dalla Dea Frigg, dando vita a un rito secolare.
Il vischio inoltre, nelle popolazioni antiche viene usato per curare molte malattie come la gotta, la trombosi, l’epilessia, la pertosse e soprattutto l’aterosclerosi, oltre a proteggersi dal male. In Africa la pianta rende immuni, mentre in Boemia protegge dai fulmini. Ma in generale dona ricchezza, gioia, fertilità, fortuna e favorisce il sonno. Altro che camomilla! Secondo nuovi studi riesce a combattere anche alcune cellule tumorali.
Insomma, la pianta è utile in più occasioni, di buon auspicio e ogni scusa è buona per baciarsi sotto i suoi rametti aspettando l’anno nuovo. Per i Celti il bacio sotto l’albero è sinonimo di vero amore e si gode della protezione della dea Freya (sposa di Odino), che favorisce gli innamorati. A questo punto bisogna solo trovare un vischio e prepararsi per il bacio. Per chi non ha l’innamorato invece cercarne prima uno e avviarsi. Nell’attesa di trovare il vischio o l’innamorato, sul secondo si nutrono più dubbi, ecco alcune considerazioni di Plinio il Vecchio:
“I Galli credono che il vischio, preso come bevanda (l’acqua di Quercia), dia fecondità e operi da antidoto contro tutti i veleni…Credono che il vischio, macerato in forma di bevanda, doni la fertilità a ogni animale sterile, e che sia un rimedio contro tutti i mali…Alcuni pensano che il vischio sia più efficace se colto sulla quercia all’inizio della luna, senza usare arnesi di ferro e senza che tocchi terra; che guarisca l’epilessia, faccia concepire le donne che ne portano addosso e che, masticato e applicato sulle ulcere, le guarisca completamente“.