
Approvato il dl Aiuti quater, per il Governo Meloni è tempo di guardare alla manovra economica. Nelle prossime settimane si dovranno mettere a punto i principali interventi al centro del dibattito economico. Il tempo non è molto: si punta ad avere un testo pronto per fine mese, perché poi la Legge di Bilancio deve essere approvata in Parlamento entro il 31 dicembre. Si parla di una manovra da 30 miliardi di euro. Dalla flat tax al taglio del cuneo fiscale: ecco a cosa sta lavorando Palazzo Chigi.
Il taglio del cuneo fiscale è tra i principali obiettivi del governo. Avverrà però gradualmente, ha specificato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Non si può fare tutto e subito, possiamo fare ciò che è possibile e tracciare la rotta”, ha detto il ministro, specificando che il taglio “sarà per due terzi per il lavoratore e un terzo per l’azienda”. La necessità primaria è “alzare i salari”. In manovra dovrebbe essere confermato il taglio di almeno due punti.
Chiede a gran voce una riforma strutturale del cuneo fiscale il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: è l’unico modo “per rimettere soldi in tasca ai lavoratori”, sottolinea in riferimento soprattutto quelli con i redditi bassi, sotto i 35 mila euro. I fondi, secondo Bonomi, si possono trovare rivedendo gli oltre mille miliardi di spesa pubblica annua. “Riconfigurare il 4-5% – ha detto – significa avere a disposizione 50-60 miliardi, risorse per fare anche questo intervento”.
Un’altra misura di cui l’esecutivo ha già parlato più volte è la revisione del reddito di cittadinanza. La direzione che si vuole prendere è quella di imprimere una stretta per chi è nelle condizioni di lavorare. Si ipotizza quindi l’inserimento di maggiori paletti che portino al taglio del sussidio, come quelli legati alla mancata accettazione delle proposte di lavoro. Il reddito resterebbe garantito a chi non ha la possibilità di lavorare.
C’è poi il capitolo flat tax. Il governo sta valutando l’innalzamento – tra 80mila e 100mila euro – della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfettario, con aliquota al 15%.
Allo studio anche la previsione di un regime sostitutivo opzionale, la cosiddetta “flat tax incrementale”, per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022, rispetto al maggiore tra i redditi dichiarati nei tre anni d’imposta precedenti.
Da più parti si continua a chiedere anche un intervento sulle pensioni, per evitare che dal 1° gennaio 2023 si torni al regime previsto dalla legge Fornero. Un punto di partenza potrebbe essere Quota 41, che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi. “Posso dire che questa misura non è esclusa”, ha detto il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Si parla però di concedere Quota 41 solo dai 61 o 62 anni. La soluzione secca con soli 41 anni di contributi costerebbe 4,5 miliardi di euro soltanto il primo anno.
In manovra dovrebbe poi arrivare la proroga di Opzione donna (58 anni per le dipendenti, 59 per le autonome e 35 anni di contributi) e di Ape sociale (da 63 anni per i lavori gravosi). Resta sempre alta anche la preoccupazione per il forte peso delle spese pensionistiche sui conti pubblici, aumentato anche dal progressivo calo demografico. Il combinato disposto di maggiore inflazione e indicizzazione dovrebbe avere un impatto di oltre 50 miliardi sulla spesa pensionistica al 2025.
Nel pacchetto economico dovrebbero poi entrare anche interventi di tregua fiscale, con l’ipotesi di nuova rottamazione e stralcio per le cartelle fino a mille euro. “In un momento di difficoltà economica, semplificare la vita a milioni di italiani cancellando e rottamando le cartelle esattoriali è buonsenso. Avanti con la pace fiscale”, ha ribadito il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
In arrivo anche una possibile rimodulazione della tassa sugli extraprofitti (al 25%).
Ancora aperte le discussioni Superbonus, anche dopo l’approvazione delle nuove regole contenute nel dl Aiuti. Forza Italia ha fatto intanto sapere che presenterà un emendamento in Parlamento per spostare le modifiche di almeno un mese, dal 25 novembre al 31 dicembre.