Il 13 ottobre nascerà la Diciannovesima legislatura. Il nuovo Parlamento sarà decisamente più “magro” del precedente, dopo il taglio dei parlamentari introdotto con la riforma costituzionale voluta dal M5s i deputati scendono da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Sono passati quasi 60 anni dalle legge costituzionale che nel 1963 aveva fissato il numero di parlamentari in 945, (più i senatori a voti nominati dal Capo dello Stato).
Dal 1948 al ’63 infatti il numero era mobile, era fisso solo il rapporto con la popolazione: un deputato ogni 80mila abitanti e un senatore ogni 200mila. E’ la prima volta anche per l’accesso all’elezione del Senato per i 18enni, riforma introdotta in questa legislatura.
Il cambiamento ha prodotto scossoni nelle dinamiche politiche visto che la competizione è diventata più accesa, meno parlamentari significa meno poltrone a disposizione dei partiti, ma produrrà anche conseguenze pratiche a cominciare dalla organizzazione delle Aule.
A Montecitorio e Palazzo Madama non sono ancora iniziati i preparativi ma le ipotesi allo studio non prevedono cambiamenti architettonici anche perché i Palazzi in questione sono beni artistici che non possono essere modificati. Di conseguenza l’unica novità sarà l’eliminazione di alcune postazioni dai lati estremi dell’emiciclo (due file a destra e due a sinistra per l’aula disegnata dal Basile) e le fila esterne e l’ultima più lontana dalla presidenza per quella di Palazzo Madama. Una novità di tipo tecnologico già introdotta a Montecitorio nel corso dell’estate è stata la sostituzione degli schermi che nell’Aula mostrano l’emiciclo durante le votazioni.
Gli interventi avverranno ovviamente prima che si riuniscano le nuove Camere. La data è già stata fissata per il 13 ottobre ed è è stata determinata nel decreto di convocazione dei comizi elettorali da parte del Presidente della Repubblica. Già lunedì 10, invece, quando ci sarà stata la proclamazione degli eletti, i nuovi parlamentari verranno “accolti” dal personale della Camera e del Senato per il disbrigo delle procedure burocratiche con le quali il parlamentare entra nella disponibilità del suo nuovo status, sia per quanto riguarda la parte economica, sia per i documenti e i tesserini necessari all’accesso a tutti i servizi parlamentari.
L’Assemblea è presieduta, all’apertura di ogni legislatura, dal più “anziano” ossia quello che ha ottenuto più voti tra i vicepresidenti della legislatura precedente, in questo caso si tratta di Ettore Rosato, se verrà rieletto, subito dopo ci sarebbe Fabio Rampelli di Fdi. Per il Senato vale la regola invece che a presiedere la prima seduta sia il senatore più anziano, in questo caso si tratta della senatrice a vita Liliana Segre (se sarà presente quel giorno).
Come primo atto i parlamentari devono eleggere i Presidenti di Camera e Senato. L’elezione del Presidente della Camera ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti, dal secondo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.
Per il Senato alla prima e seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti, altrimenti nel giorno successivo, si procede ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche.
Eletto il Presidente, si procede all’elezione di quattro vicepresidenti, di tre Questori e di otto Segretari al fine della costituzione dell’Ufficio di Presidenza. E fin qui le procedure dei due rami del Parlamento sono quasi identiche: entro due giorni dalla prima seduta, i deputati devono dichiarare al segretario generale della Camera a quale Gruppo appartengono, mentre al Senato i giorni a disposizione sono tre.
A Palazzo Madama però è stata approvata proprio sul finire della legislatura, il 27 luglio, una riforma del regolamento che introduce delle novità legate principalmente al taglio dei senatori che ha richiesto una modifica dei quorum richiesti e del numero delle commissioni, ridotte da 14 a 10. Per costituire un gruppo parlamentare alla Camera occorre un numero minimo di venti deputati, al Senato i componenti necessari sono 6. Entro quattro giorni dalla prima seduta (quindi presumibilmente lunedì 17 ottobre ) a Montecitorio il Presidente convocherà i gruppi che devono nominare il presidente, uno o più vicepresidenti e un comitato direttivo.
A Palazzo Madama il regolamento stabilisce che la convocazione delle assemblee dei gruppi per l’elezione del proprio presidente avvenga “entro sette giorni dalla prima seduta” (quindi entro il 20 ottobre).
Questi i primi passaggi fondamentali per far partire la legislatura. I presidenti dei gruppi, infatti, partecipano alle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo. L’esecutivo dovrà presentarsi alle Camere per ottenerne la fiducia entro dieci giorni dalla sua formazione.