Tornando alle vicende politiche che interessano il Paese in un momento così enigmatico, questa crisi di Governo preserva un mutamento nelle future scelte qualora la vera resa dei conti si svolga al giudizio popolare. Un rapporto che definisce la disparità di una maggioranza già abbastanza anomala di cui le ripicche dozzinali della politica italiana non si sono fatte attendere, rea di non trovare una giusta collocazione degli intenti e che mette in luce, ancora una volta, la suggestione che fare il politico sia diventato un mestiere.
Resta l’amara conseguenza che l’Italia si fermi per l’ennesima volta. Bloccata. Si perché quelle riforme, leggi e decreti da approvare, compresa la manovra per l’anno prossimo, rischiano di arenarsi nel caso Draghi dovesse ribadire le sue dimissioni. Come la riforma del Fisco ad esempio, con l’obiettivo di cambiare i livelli delle imposte per milioni di italiani e riordinare il catasto (cioè la base per le tasse su case e palazzi). E ancora: il nuovo codice degli appalti, per il quale servono norme specifiche da mettere nero su bianco entro fine anno, e la Giustizia con in ballo regolamenti per migliorarne l’efficienza e smaltire gli arretrati.
Insomma un’agenda politica ricca e piena che sarebbe stata almeno in parte consumata tra aprile e maggio. Ma la politica si sa ha i suoi tempi, quel sospirato e tanto atteso Piano di Ripresa vede sfumare il suo compimento, sulla base della prima rata da 22 miliardi, per colpa di una maggioranza che si sopporta a stenti.
Con tutta onesta questa è l’ennesima vicenda che declassa ancora una volta il contesto politico di cui ci ha abituati negli ultimi 20 anni. E le comunali di recente hanno dimostrato che gli elettori non hanno più voglia di sottostare alle ipocrisie politiche che hanno reso, nel tempo, un Paese sempre più incerto anche in campo internazionale.
Dunque è insolito pensare a questo punto chi votare in vista alle prossime elezioni politiche? Chi votare? Chi realmente può cambiare realmente le cose in questo Paese? Tutte domande legittime che dovrebbero far riflettere su un’eventuale sconfitta dell’elettore.