Il candidato vaccino a Rna messaggero dell’azienda statunitense Moderna, denominato “mRNA-1273.211”, ha dimostrato di essere efficace contro “tutte le varianti di interesse, inclusa Omicron”, a sei mesi dalla somministrazione. E potrebbe essere, per questo motivo, utilizzato come booster.
Lo ha comunicato la stessa società di biotecnologie, in una nota ufficiale, segnalando come il vaccino si sia dimostrato efficace dopo sei mesi anche contro la variante Beta, mentre l’efficacia contro la variante Delta è stata dimostrata dopo un mese dalla somministrazione. Rispetto al primo vaccino anti-Covid di Moderna, l’mRNA-1273 e a parità di dose (50 microgrammi), questo candidato vaccino per il booster ha indotto una risposta 2,20 volte più elevata in termini di produzione di anticorpi contro Omicron.
Tra l’altro, si legge ancora, è giunto in una fase avanzata di sperimentazione un altro candidato vaccino di Moderna, chiamato “mRNA-1273.214” e aggiornato in modo da comprendere più mutazioni della variante Omicron. I risultati dei test, attesi nel secondo trimestre di quest’anno, potranno stabile dunque se, nel prossimo autunno, il vaccino potrà essere utilizzato come booster nell’emisfero settentrionale del mondo.
In queste ore, inoltre, è arrivato l’esito dell’undicesimo rapporto di farmacovigilanza sui vaccini anti-Covid dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). I dati raccolti e analizzati, si legge in un’altra nota diffusa sempre online, “riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2022 per i cinque vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso”.
In particolare, nel periodo considerato sono pervenute 134.361 segnalazioni su un totale di 135.849.988 di dosi somministrate, con un tasso di segnalazione pari a 99 ogni 100.000 dosi,” di cui l’82,1% riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari”.
Considerando i vaccini maggiormente utilizzati nel nostro Paese, Comirnaty di Pfizer è risultato il vaccino attualmente più utilizzato (65,2%), seguito da Spikevax di Moderna con il 24,7%, da Vaxzevria di Astrazeneca con il 9,0%. E ancora dal vaccino di Janssen (1,1%) e dal Nuvaxovid di Novavax con lo 0,02%, quest’ultimo in uso dal 28 febbraio del 2022.