Il premier israeliano Naftali Bennett, fino a questo momento rimasto cauto verso la Russia, nella giornata di sabato 5 marzo è volato a sorpresa a Mosca da Vladimir Putin per tentare una mediazione nel conflitto ucraino, in quella che è stata la prima visita di un leader straniero al Cremlino dopo l’attacco a Kiev.
Bennett ha prima avvisato la Germania, la Francia e il suo principale alleato, gli Stati Uniti. Dopo la visita il leader israeliano ha telefonato al presidente ucraino Volodymr Zelensky ed è volato a Berlino per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo aver sentito anche Emmanuel Macron.
Con il cancelliere tedesco, Bennett ha discusso di “vari temi, inclusa la situazione fra l’Ucraina e la Russia”, riporta il Times of Israel citando lo staff di Bennett. Il premier israeliano ha parlato nel corso della serata due volte con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Bennett in serata ha poi concluso la sua visita in Germania ed è rientrato in Israele.
Nel colloquio con Putin, invece, durato tre ore e rivelato da fonti del Cremlino solo poco prima che finisse, è stato affrontato anche il possibile imminente accordo a Vienna sul nucleare iraniano, cui Israele si oppone.
La mossa del premier israeliano arriva in un momento in cui la diplomazia americana ed europea sembra incapace di trovare una exit strategy dopo che tutti i Paesi occidentali, anche se con intensità distinte, si sono schierati compatti a sostegno di Kiev, fornendo assistenza economica, militare e imponendo sanzioni economiche contro la Russia.
Pur non appartenendo né alla UE né alla Nato, anche Israele è a tutti gli effetti considerata una nazione dello schieramento occidentale, soprattutto come alleato di punta degli Usa.
Per questo finora il suo approccio di cauta condanna verso Mosca, glissando sulle sanzioni a Mosca e negando il trasferimento di armi a Kiev, ha suscitato malumori e perplessità sulle due sponde dell’Atlantico e in Ucraina.
Ma Israele è anche l’unico Paese occidentale che può vantare relazioni privilegiate sia con la Russia (per ragioni storiche, di immigrazione e del ruolo di Mosca come power broker in Medio Oriente) che con l’Ucraina (dove vive una comunità di circa 50.000 ebrei, tra cui lo stesso presidente Volodymyr Zelensky).
Per questo Israele ha cercato di mantenere un canale aperto con entrambe le parti. Secondo la ricostruzione del giornalista Barak Ravid, Bennett avrebbe già proposto il suo ruolo di mediatore a Putin nel loro primo incontro a Sochi lo scorso ottobre ma lo ‘zar’ avrebbe rifiutato.
Ora però il quadro è cambiato e nessun Paese sembra più equidistante di Israele. Secondo alcuni media, sarebbe stata Kiev a chiedere un maggiore ruolo israeliano come intermediario.