Esiste una crisi del sistema partitico e la sua connessione con una stessa Costituzione, quella del 1948…sono due entità che vanno in corto circuito non perché il sistema non funzioni più ma perché gli attori davvero sono cambiati. La cittadinanza ordinaria, fatta di persone che avrebbero bisogno di essere rappresentate, perché sono debolissime, non ha più questa rappresentanza partitica.
I partiti sono rappresentati da una parte molto ridotta numericamente ma potente da punto di vista socio-economico e questo li rende una forma sempre più oligarchica, distante dai cittadini che non li riconoscono più. In questo modo i partiti diventano molto più deboli e lo si vede in questi giorni, per questo non riescono a presentarsi nella loro identità.
Anche coloro che oggi arricciano il naso su Mario Draghi (non per il suo valore indiscusso) per la sua figura di presidenzialista e la sua inesistente identità politica (questo è il vero problema per molti) alla fine si renderanno conto che tutte le proposte che verranno avanzate verranno sentite come di parte e siccome le parti non vogliono perdere il “salvatore della patria” si renderanno conto che Draghi continuerà ad essere un punto di riferimento, un vincitore sul quale tutti convergeranno e così facendo certificheranno davanti agli elettori di non aver perso, anzi di aver scelto loro il vincitore.