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Robin Williams un mostro di bravura e di bontà

| 13 Novembre 2021 | CINEMA, CULTURA, TEATRO, TV

Dopo la morte dello straordinario attore Robin Williams, comico, doppiatore, cantante, si diffondono racconti sulla sua particolare umanità. Sulla bravura e unicità non ci sono dubbi,  confermati da anni di successi in ruoli che con la sua presenza si rivelano profondi e poetici. Un’anima capace di regalarne tante altre a ogni personaggio. Un artista fuori dall’ordinario visibile sin dagli esordi nella serie televisivaMork & MindyAl successo dell’indimenticabile alieno Mork, seguono i film che lo consacrano tra i migliori attori americani. Ineguagliabile, versatile e geniale,  in ruoli drammatici, divertenti e di avventura. Dall’Attimo fuggente,  La leggenda del re pescatore Will Hunting – Genio ribelleRisvegli  a Hook – Capitan Uncino Mrs. Doubtfire  L’uomo bicentenario,  Una notte al museo. Difficile elencarli tutti e nei film per ragazzi sembra uno di loro, un adolescente puro e incontenibile. Premiato più volte con i Golden Globe, nel  1998 riceve anche il premio Oscar come miglior attore non protagonista  per Will Hunting – Genio ribelle.

Robin McLaurin Williams nasce a Chicago il 21 luglio 1951 in una    famiglia agiata di origini europee, il padre è un dirigente della Ford Motors e la madre una modella. Si spostano in California dove Robin si diploma, dimostrando presto la passione per il teatro. A San Francisco inizia la carriera teatrale, si esibisce nei night club come imitatore e cabarettista. E qualche anno dopo diventa protagonista di  Mork & Mindy (1977), segnando la sua fama internazionale. Debutta nel ruolo di Mork in Happy Days, presentandosi  all’audizione con i piedi in alto, conquistando tutti per la sua particolare ironia. Tanto da ispirare i produttori a creare per lui la serie televisiva sull’alieno. Infatti, il buffo e simpatico Mork si rivela un trionfo.

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Per quanto riguarda la vita privata è amico dell’attore Christopher Reeve, che dopo l’incidente a cavallo resta tetraplegico e Robin lo sostiene sempre  anche economicamente.

Inoltre, si racconta che alla morte di John Belushi, anche lui fosse presente con Robert De Niro consumando cocaina. Sono anni di dipendenze, ma non è certo l’unico nell’ambiente, dove le droghe sembrano associate al successo. Per Robin, “la cocaina è un nascondiglio”, un modo per eclissarsi e restare finalmente in silenzio.

Si sposa tre volte, la prima con Valerie Velardi da cui ha un figlio Zak. Poi con Marsha Garces ha altri due figli. E l’ultima nel 2009 con Susan Schneider, lo stesso anno in cui finisce in terapia intensiva per la sostituzione di  valvola aortica.

L’attore muore suicida l’11 agosto del 2014 per asfissia, nella sua casa a  Paradise Cay. Sembra si sia impiccato legando una cintura alla maniglia della porta nella sua camera da letto. La moglie Susan rivela che fosse affetto da una malattia degenerativa nota come demenza da corpi di Lewy, simile al Parkinson  e che si manifesta  per la prima volta durante le riprese del film Una notte al museo.

Durante   l’ultimo anno di vita la malattia peggiora e sono sempre più frequenti le allucinazioni, il tremore, i problemi allo stomaco, l’insonnia e la perdita di memoria. Motivo per cui in una giornata apparentemente tranquilla sceglie il male minore giocando d’anticipo ed evitando gli strascichi finali.

La stessa moglie nonostante il dolore  aggiunge: “Se gli fosse andata bene avrebbe avuto magari tre anni di vita e sarebbero stati tre anni duri, probabilmente sarebbe stato internato… Alla fine non aveva nemmeno più il controllo della sua voce, era sobrio, completamente pulito, ma soffriva di ansie”. 

Una grave perdita, amato e stimato da tutti,  persino l’allora presidente  Barack Obama lascia in suo onore un comunicato di cordoglio alla famiglia: È arrivato nelle nostre vite come un alieno, ma ha finito per toccare ogni elemento dello spirito umano”. 

Dopo la sua morte a soli 63 anni si sono aggiunti gli aneddoti sulla sua generosità come l’ultima rivelazione del suo agente  Bryan Lourd,  in cui in ogni film o evento Robin fa aggiungere una clausola, obbligando la produzione ad assumere un certo numero di senzatetto per farli lavorare. Semplicemente Grande!

Tra le curiosità, durante l’infanzia è un bambino solitario in sovrappeso, con la passione per i soldatini. Parla spesso da solo e  si diverte a imitare voci diverse. Allenamento utile per il futuro lavoro.

Ha la passione per il ciclismo  e una collezione di circa 87 biciclette. Prima di arrivare al successo si esibisce anche come mimo di strada. Dimostra una grande capacità d’improvvisazione,  stravolgendo e arricchendo molti copioni, divertendo il set e dando maggior valore alle storie interpretate.

Inoltre, Steven Spielberg in Schindler’s List lo ingaggia per raccontare barzellette e risollevare il morale del set, distribuendo buon umore a tutti con la sua innata gioiosa simpatia.

Penso che le persone più tristi facciano sempre del loro meglio per rendere felici gli altri, perché sanno cosa vuol dire sentirsi assolutamente inutili e non vogliono che qualcuno si senta così.”

Il suo talento e la sensibilità rendono unico e interessante  qualsiasi personaggio, anche il più insignificante. È lui il valore aggiunto nella storia e nel ruolo con la sua anima comica, dirompente, eclettica, ma anche fragile e tormentata. Lascia la scena prima che il sipario si chiuda, ma la sua energia e la consueta gentilezza fanno di lui una preziosa creatura, un mostro di bravura e di bontà.

«Della vita ho capito che arrivi solo e parti solo. La parte bella è che in mezzo conosci tanta gente interessante…».

 “Se guardi al mondo con occhi onesti non puoi che diventare triste, e la tristezza fa ridere. Un comico deve essere onesto, parlare liberamente e abbracciare la realtà: questo è l’umorismo”.

TAG: aiuto, alieno, attore, comico, demenza da corpi di Lewy, dipendenze, doppiatore, droghe, film, malattia degenerativa, Mork & Mindy, morte, Robin Williams, senzatetto, serie televisiva, Star, stati uniti, suicidio
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