
Via libera alla somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid. Il parere positivo è arrivato prima dalla Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Poi anche il Cda ha approvato il documento all’unanimità. Le somministrazioni dovrebbero partire da fine settembre per gli immunodepressi (circa 3 milioni), poi entro fine anno per gli anziani over 80 e all’inizio del 2022 agli operatori sanitari. Dall’Aifa è arrivato il chiaro orientamento a procedere partendo proprio dai più fragili.
L’agenzia italiana del farmaco – che si è riunita l’8 settembre – ha scritto il parere che guiderà questa nuova fase della campagna vaccinale, che si accavallerà a quella ancora non conclusa per il raggiungimento dell’immunità di gregge.
In serata si è riunito il Cda dell’Agenzia del Farmaco, convocato in via d’urgenza, che “ha approvato all’unanimità l’utilizzo di una dose aggiuntiva di vaccino ad mRNA (terza dose). Il provvedimento riguarda soggetti con immunosoppressione grave, in accordo alla valutazione del medico curante, quali ad esempio trapiantati, oncologici, dializzati oltre che gli anziani (≥ 80 anni) e i ricoverati nelle RSA”.
Per gli operatori sanitari il richiamo “è previsto in condizioni di particolare esposizione a rischio”.
La vaccinazione aggiuntiva prevista nella delibera, spiega l’Aifa, “sarà resa disponibile mediante inserimento dei vaccini Cominarty e Spikevax nell’elenco di cui alla L. 648/96 con spesa a carico di apposito fondo del Ministero della Salute dedicato all’acquisto di farmaci e vaccini Covid, in analogia a quanto già avvenuto per la disposizione emergenziale all’uso degli anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2”.
Nel provvedimento, precisa l’Aifa, “non viene inclusa la popolazione generale in attesa che EMA valuti i dati forniti dalle aziende produttrici dei suddetti vaccini”. “L’estensione di tale misura a livello nazionale – conclude Aifa – assunta anticipatamente rispetto alla posizione EMA, si configura come un importante atto di sanità pubblica teso a tutelare la popolazione più esposta al rischio di sviluppare forme gravi di Covid 19″.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato che “Aifa oggi ha chiuso il suo lavoro sulla terza dose. Aifa ha dato il via libera alla terza dose con un percorso: partiremo dai più fragili che dopo due dosi non hanno protezione necessaria. Ci sarà poi una circolare del ministero in merito”.
Speranza ha aggiunto che “dopo la prima fascia partiremo dai primi che sono stati vaccinati: mettere in sicurezza le Rsa è una priorità e poi dobbiamo salvaguardare gli over-80 ed il personale sanitario. Riconfermo che sulla disponibilità di dosi non abbiamo difficoltà. Possiamo garantire la terza dose”.
La decisione è arrivata dopo diversi giorni di discussione, e dopo che la stessa Ema, l’autorità europea, ha chiarito che sul punto decidono i singoli Stati. Il Cts nel suo parere ha dato il via libera alla somministrazione di una “dose addizionale” per immunodepressi e trapiantati, dopo almeno 28 giorni dall’ultima somministrazione.
Mentre è prevista una terza dose – in questo caso definita “booster”, con lo scopo di rafforzare le difese immunitarie dopo le prime due dosi – per gli over 80 e gli ospiti delle Rsa, dopo almeno 6 mesi dall’ultima dose ricevuta. Saranno utilizzati solo vaccini a mRna, al momento Pfizer e Moderna. I tecnici hanno anche aperto alla possibilità di una terza dose per i sanitari più a rischio, ma su questo deciderà il Governo.
Già il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente del Consiglio Mario Draghi avevano annunciato che le terze dosi si faranno a partire da fine settembre. I primi nella lista delle categorie che riceveranno il richiamo del vaccino anti Covid-19 dovrebbero essere i soggetti immunodepressi, gli anziani e i sanitari.
Il timing, secondo fonti di Palazzo Chigi, sarebbe di iniziare negli ultimi giorni del mese con gli immunodepressi per poi passare, probabilmente a dicembre, agli anziani over 80.
All’inizio del prossimo anno, tra gennaio e febbraio, sarebbe il turno degli operatori sanitari. Successivamente potrebbe toccare anche agli altri cittadini, ma sulla necessità di un richiamo generalizzato gli esperti, al momento, hanno opinioni differenti.