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Assemblea di Italia Viva, Renzi: “Con Draghi perde il populismo”

Matteo Renzi lancia la sfida al Pd
| 21 Marzo 2021 | POLITICA

“In Italia ha vinto la politica e ha perso il populismo. L’arrivo di Draghi è la sconfitta del populismo”. Con queste parole, Matteo Renzi ha aperto il suo intervento alla quarta assemblea di Italia Viva, il partito fondato dallo stesso Renzi nel settembre 2019. “Con la crisi di governo – ha detto l’ex premier – abbiamo restituito credibilità all’Italia nel giro di due mesi . Ci dicevano: siete divisi e invece è grazie alla vostra determinazione, è merito della nostra comunità se ha vinto la politica sul populismo”.

“Davanti alle sfide nuove che attendono l’Italia e l’Europa, io mi sento più tranquillo se a presiedere il G20 e al Consiglio Europeo c’è Mario Draghi”, ha aggiunto Renzi. “C’è nuova stagione politica che l’Italia ha davanti a sé ed è la primavera che si è aperta con il cambio di governo e l’arrivo di Mario Draghi, non ci credeva nessuno e ci davano dei pazzi”, ha detto ancora il leader di Italia viva.

“Io non ho nostalgia dei Ciampolillo e dei Casalino. Io non ho nostalgia del tempo in cui Ciampolillo era la star dei talk show, di quando Palazzo Chigi era aperto di notte per la caccia ai responsabili. Di quella stagione tutti avremo un ricordo da film dell’orrore. Non ho nostalgia di quando Casalino dettava la linea con le sue veline, lui che ha fatto dell’aggressione verso gli avversari politici una cifra della comunicazione”, ha aggiunto Renzi.

Parlando dell’avvicendamento nel Pd, Renzi ha commentato: “Il mio sincero augurio di buon lavoro a Enrico Letta. Una svolta rispetto a Zingaretti, mi pare che non ci sia più ‘o Conte o morte’. Le parole sono parole interessanti, ma i fatti? Se davvero si vuole una nuova stagione riformista si passi dalle parole ai fatti”.

“Indico alcuni temi su cui volentieri lanciamo la sfida sui contenuti a chi si proclama riformista: giustizia, sud, cantieri, diritti, riforme, lavoro. Questi sono i contenuti del riformismo, vediamo il Pd da che parte sta”. Renzi nel suo intervento all’assemblea del partito ha aggiunto: “Siamo pronti al confronto, ma va spezzata insieme la catena di odio che la politica italiana ha creato in questi anni e che ha un grande responsabile: l’atteggiamento di Beppe Grillo”.

“Vedere Borghi votare la fiducia a Draghi? Un passo in avanti per l’Italia, un grande passo per un sovranista”, ha detto ancora Renzi commentando l’atto politico del deputato leghista Claudio Borghi. “Vedere chi nasce col Vaffaday lottare per poltrone? Si è passati da uno vale uno a uno vale l’altro. Ma la rivoluzione politica in corso interpella anche noi”, ha proseguito il leader di Iv.

“Meno male che abbiamo solo il 2% – ha continuato Renzi – perché se col 2% abbiamo combinato quello che abbiamo combinato negli ultimi mesi figuratevi se avevamo il 10%. Come può l’uomo più impopolare mandare a casa il più popolare? Non si vive di solo sondaggismo, il sondaggio è un istante”.

“I 5 stelle – ha detto ancora Renzi – sono dilaniati e divisi e se pensate che questo mi provochi tristezza, avete sbagliato persona. Io penso che la fine della esperienza politica di chi è nato con il Vaffa day, e che voleva aprire il parlamento come una scatoletta di tonno ma oggi si limita a mantenere più poltrone possibili, dimostra che la grande retorica dell’uno vale uno è diventata la narrazione dell’uno vale l’altro purché si resti al potere”.

Renzi ha anche proposto di fare “la primavera delle idee: cantieri aperti di dibattito dal 21 marzo al 21 giugno che significa aprirsi ascoltare per entrare in sintonia con la realtà profonda del Paese.  Io organizzerò una decina di appuntamenti, organizziamoli tutti. Italia viva ha due anni per discutere che cosa vuole essere da grande e lo faremo insieme”.

“Il Jobs Act tanto criticato ha funzionato, ha creato un milione di posti di lavoro. Il Jobs Act non ha diminuito i diritti come sanno quei rider che hanno ricevuto una sentenza a loro favorevole proprio per un articolo del Jobs Act. Il reddito di cittadinanza no: la proroga dei navigator ne è la prova. La povertà non si abolisce per decreto ma creando posti di lavoro. Il reddito della cittadinanza è la creazione di una dipendenza dall’ufficiale pubblico, dallo Stato”, ha continuato Renzi.

TAG: Italia Viva, Matteo Renzi
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