I primi giorni del nuovo anno potrebbero essere decisivi per le sorti del governo Conte dopo le tensioni all’interno della maggioranza registratesi nelle ultime settimane, soprattutto dopo l’affondo di Matteo Renzi contro il premier Giuseppe Conte sul fronte Recovery plan. Si risolverà la questione? E se sì, in che modo? Sono cinque gli scenari possibili.
Lo scenario più accreditato – il quotidiano gli attribuisce il 45% delle possibilità che diventi reale – è quello che vede le dimissioni delle ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, dopo la presentazione di un Recovery plan non gradito a Italia Viva.
In questo caso Conte potrebbe rimettere il mandato nelle mani di Mattarella. Il premier rimarrebbe lo stesso, senza una sfiducia mi Parlamento, così come i ministri di prima fascia (Economia, Esteri, Salute), Renzi risulterebbe il vincitore e l’iniziatore di una nuova fase che potrebbe anche prevedere due vicepremier, Di Maio per il M5S e Franceschini per il Pd.
Conte invece preferirebbe un ritocco della squadra di governo non troppo invasivo. In questo caso ci sarebbe da convincere alcuni ministri, uno del M5S e uno del Pd, a lasciare. S’ipotizzano i nomi di Lucia Azzolina e Paola De Micheli. Nel rimpasto light, Italia viva sarebbe premiata nel nuovo “organigramma” di governo.
Secondo il quotidiano l’opzione Conte 2 bis sarebbe “il classico pareggio che accontenta tutti senza dare a nessuno l’impressione di aver vinto; ma lasciando a tutti i giocatori la sensazione di aver perso qualcosa”.
Un altro scenario non vedrebbe più Conte alla presidenza del Consiglio. Caso che potrebbe verificarsi se il premier dovesse presentarsi alle Camere per giocarsi il tutto per tutto. Se non dovesse ottenere i numeri, si potrebbe aprire la caccia al successore coi big di partito in prima fila: Di Maio? Zingaretti? Franceschini?
Non è esclusa la soluzione che vede l’ex governatore della Bce Mario Draghi a capo dell’esecutivo. In questo caso si tratterebbe di un governo istituzionale di larghissime intese. Questa possibilità potrebbe lievitare, nel caso in cui si allungassero i tempi della crisi di governo.
Però questo scenario è reso complicato da alcuni ostacoli. Il primo è la disponibilità dello stesso Draghi. Poi ci sono l’indisponibilità di Fratelli d’Italia nei confronti dell’ex governatore della Bce e le resistenze del M5S a rinunciare a un personaggio molto popolare come Conte.
E’ lo scenario con le possibilità più basse, ma è comunque un’alternativa che potrebbe verificarsi. In questo caso Renzi dovrebbe aprire la crisi, Conte dimettersi, il M5S e il Pd perdere qualsiasi intesa.
Il governo di centrodestra con l’appoggio esterno di Italia dei renziani è “aritmeticamente pericolante anche alla Camera (Lega, FI, FdI e IV, sommati, fanno 284 deputati). Per questo le possibilità di questo scenario non vanno oltre il 5%.