È strappo tra Valle d’Aosta e governo Conte. Dopo le tensioni con l’esecutivo sulla classificazione di zona rossa e sulla chiusura degli impianti sciistici, la regione a Statuto speciale rivendica la propria autonomia rispetto ai poteri statali nella gestione dell’emergenza sanitaria del coronavirus con una legge regionale.
Sul ddl regionale, approvato con 28 voti a favore e 7 astensioni, la maggioranza di centro sinistra è andata divisa al voto: gli autonomisti (Alliance valdotaine, Stella Alpina, Union valdotaine e Valle’e d’Aoste Unie) hanno votato a favore con i gruppi Lega e Pour autonomie, mentre i progressisti, con Pd, si sono astenuti.
La norma approvata dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta disciplina le “libertà di movimento dei cittadini, le attività economiche e le relazioni sociali, compatibilmente con le misure di contrasto alla diffusione del virus”. Prevede in particolare che la Regione intervenga tra l’altro sulle “aperture degli esercizi commerciali” e sulla “pratica dell’attività sportiva”, analogamente a quanto fatto dalla Provincia di Bolzano nella scorsa primavera.
Rende possibile lo svolgimento di eventi e manifestazioni se “previsti da un’ordinanza del Presidente della Regione” e anche eventi ecclesiastici o religiosi. Viene anche istituita un’Unità di supporto e coordinamento per l’emergenza Covid-19.
Il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha invitato il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta Erik Lavevaz a revocare l’ordinanza con cui martedì ha disposto la riapertura dei negozi di prossimità, in deroga alla zona rossa in cui la regione ancora si trova. È quanto ha riferito in Consiglio regionale lo stesso presidente Lavevaz. Nella lettera il ministro Boccia ricorda “le responsabilità che potrebbero derivare dall’applicazione delle misure introdotte riguardo alla tenuta delle reti sanitarie e alla tutela della salute dei cittadini valdostani”.
La Valle d’Aosta impugnerà l’ordinanza del ministro della Salute che ha riclassificato in zona arancione il Piemonte, la Lombardia e la Calabria, lasciando la regione alpina in zona rossa, ha riferito Lavevaz. “È quanto ho annunciato al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia – ha riferito Lavevaz in Consiglio regionale – in risposta al suo invito di revocare la nostra ordinanza di riapertura del commercio al dettaglio”.