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UN MONDO DI SEGRETI. Intervista di Gianluca Ruotolo ad Antonella Colonna Vilasi, docente universitaria esperta di intelligence e di servizi ed autrice di vari libri

| 29 Ottobre 2020 | ATTUALITÀ

Antonella Colonna Vilasi è una veterana degli studi di Intelligence italiani. Responsabile del Centro Studi sull’Intelligence – UNI, insegna Intelligence in Agenzie ed università italiane ed estere e collabora con numerose riviste scientifiche in materia di Intelligence e Sicurezza.

Ha pubblicato una trilogia sui principali servizi segreti mondiali: Mossad, Cia, MI6. Nel mese di settembre 2020 è uscito il suo ultimo libro: I Servizi Segreti Mondiali. Nuove Sfide e Prospettive Future, un testo che delinea l’organizzazione e la storia delle Agenzie di Intelligence mondiali.

Buongiorno professoressa, vista la sua esperienza in tema di intelligence per iniziare le chiedo una cosa delicata. Noi oggi parliamo di servizi o parliamo di segreti?

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“Buona domanda, molto impegnativa. Io studio l’argomento da anni e nei miei libri tratto la struttura, l’organizzazione, la storia e le più conosciute operazioni segrete di molte Agenzie di Intelligence. Spesso i segreti rimangono tali visto che l’operato delle Agenzie si svolge con mille cautele e, per forza di cose, solo alcune operazioni trapelano e sono conosciute dalla cittadinanza. Tutto il resto rimane top secret. In sostanza parliamo di servizi a cui è sfuggito qualche segreto.”

Oggi viviamo in piena emergenza epidemica. Il Covid 19 è la prima delle nostre preoccupazioni, la stampa ne parla ogni giorno ma anche i servizi segreti lo seguono con estrema attenzione, almeno quanto i medici. Secondo lei questo virus dove viene? Abbiamo letto molto in proposito, ma c’è una risposta precisa?

“Qui c’ è molta confusione e bisogna fare un po’ di chiarezza. Io ho trattato questo argomento nel primo capitolo nel mio ultimo libro, I Servizi Segreti Mondiali. Nuove Sfide e Prospettive Future. Iniziamo dicendo che secondo quanto affermato dall’ufficio del Direttore dell’Intelligence nazionale USA la pandemia di coronavirus Covid 19 partita dalla Cina non è stata causata da un virus prodotto dall’uomo o geneticamente modificato. L’ ufficio del direttore coordina tutte le Agenzie federali dalla Cia alla Nsa, e queste sono le conclusioni a cui è giunta la comunità di Intelligence statunitense, cioè l’insieme di tutte le Agenzie informative.”

In sostanza i servizi americani ritengono che il Covid-19 non sia di origine artificiale, ma continuerà a vagliare le informazioni per capire se esso provenga da un contatto con animali o da un incidente di laboratorio.

Il Presidente americano Donald Trump ha invece citato la teoria, peraltro non provata, che il Covid 19 potesse essere frutto di un errore del laboratorio di Wuhan.
L’Intelligence americana aveva già avvertito Israele di una possibile epidemia di nuovo coronavirus in Cina già lo scorso autunno.

Secondo la rete televisiva Channel 12 gli agenti americani nella seconda settimana del mese di novembre 2019 avevano notato l’emergere di una malattia sospetta a Wuhan, e hanno redatto un rapporto in proposito indirizzandolo alla Casa Bianca e ai principali alleati degli Stati Uniti, la Nato e Israele. In quel momento le morti anomale per polmonite nella città erano note soltanto al Governo cinese, ma la possibilità di una pandemia era già stata prevista dall’Intelligence.

In Israele sono stati avvertiti i vertici delle Forze armate, e gli alti ufficiali (secondo le fonti di una tv israeliana) hanno discusso la possibilità della diffusione del virus in Medio Oriente e dell’impatto che esso poteva avere nel paese. Il rapporto è stato inviato anche al ministero della Salute, che però non lo ha tenuto nella dovuta considerazione.

I servizi segreti hanno una lunga storia, lo sappiamo. Ma esattamente dove e quando sono nati? E nascono civili o militari?

“Nascono quando l’umanità si organizza in strutture sociali, tanto che si dice che lavorare per i servizi segreti costituisce il secondo più antico mestiere del mondo.
Ad esempio Mosè percepì l’importanza dell’Intelligence ed inviò dal deserto di Paràn nella terra di Canaan 12 esploratori, uno per ogni stirpe di Israele, per perlustrarla e riferire. Lo racconta nel Libro dei Numeri: «Mosè ubbidì all’ordine del Signore e, dal deserto di Paràn inviò come spie uomini scelti fra i capi degli Israeliti…». Si tratta del precedente più remoto, ma ce ne sono tanti altri.
Facendo un bel salto la Repubblica di Venezia fu tra i primi stati italiani a creare un complesso sistema spionistico, che raggiunse la sua massima efficienza durante i turbolenti anni del tardo Rinascimento. Una legione di spie, informatori e sicari agli ordini del Consiglio dei dieci operò in patria e all’estero contro i nemici della Serenissima, dimostrando efficienza e spietatezza. Nel Settecento, periodo in cui la Repubblica era in una condizione di declino, gli agenti segreti rivolsero la loro attenzione a nobili libertini, prostitute e seguaci dell’Illuminismo, cercando di fermare le tendenze rivoluzionarie che stavano infiammando l’Europa.
Tornando all’oggi la strutturazione dei vari servizi dipende dal paese che vogliamo prendere in considerazione. In Italia l’Intelligence ha una origine militare, mentre nel caso della CIA statunitense l’Agenzia è totalmente civile.”

In rete gira una lista con un elenco di circa 120 servizi segreti ufficiali, molti dei quali noti solo agli addetti ai lavori. Ognuno di essi ha una struttura fissa e degli informatori esterni, in numero variabile. Quanti sono i dipendenti dei servizi segreti in Usa e in Europa ad esempio?

“La risposta, da sola, richiederebbe un altro libro. Le dico subito che dipende da paese a paese. Per fare qualche esempio, i dipendenti della CIA statunitense sono 21.575, ed il governo assegna all’Agenzia un budget di 14,7 miliardi di dollari statunitensi.
Il Centro Nacional de Inteligencia spagnolo ha 6.500 dipendenti, cifra che si avvicina a quella del Servizio Informazioni Federale (BND) tedesco che ha 6.050 unità tra agenti ed analisti.
L’Intelligence francese è molto sofisticata, in linea con la tradizione imperialista francese unita alla politica “non perfettamente allineata” che la contraddistinse durante tutto il periodo della guerra fredda. Dopo la sua iniziale istituzione avvenuta con il decreto 82-306 del 2 aprile 1982, l’attuale DGSE è da considerare una continuazione dell’azione dei Servizi d’informazione per l’estero che l’hanno preceduta. Il numero dei collaboratori ed informatori esterni varia molto e non è facile da stabilire perché può variare nel tempo. Il numero dei dipendenti è noto, ammontano a 5.161 unità.”

Il Regno Unito gestisce i propri Servizi di Intelligence e sicurezza dividendoli in tre. Esistono un Servizio di Sicurezza, il Secret Intelligence Service e il G.C.HQ; le prime due Agenzie sono meglio note, rispettivamente, come M.I.5 e M.I.6. Esiste poi, anche uno staff informativo della Difesa integrato nel rispettivo Ministero ed interamente gestito dai militari. Da un punto di vista organizzativo è il Cabinet Office che attraverso gli uffici centrali di Intelligence ha il compito di proporre al Primo Ministro ed agli altri Ministri la risposta del Governo su questioni trasversali strategiche sempre relative alla Intelligence, le relative valutazioni (sempre di Intelligence) e le priorità. I dipendenti dell’M.I.6. sono 2594.

E in Italia?

“L’Intelligence italiana sin dalle origini è sempre stata strettamente legata alla difesa militare. Questo profondo legame ha caratterizzato e direi anche condizionato la struttura ed il funzionamento delle varie Agenzie che nel tempo si sono succedute.
Fin dalla nascita del Regno la gestione dell’Intelligence fu affidata all’esecutivo proprio a causa di questa prevalenza di aspetti militari ed in virtù della prerogativa regia in materia di politica di difesa, come sancito dallo Statuto Albertino. La situazione che rimase invariata anche con l’avvento della Repubblica.”

Storicamente il primo Servizio informativo del Regno d’ Italia fu creato nel 1863 con la costituzione di un Ufficio Informazioni alle dipendenze dello Stato Maggiore dell’Esercito.
Durante i primi mesi della Grande Guerra questo Ufficio fu ulteriormente potenziato.
Il Servizio Informazioni Militare (SIM) dipendeva dallo Stato Maggiore dell’Esercito e operava unicamente a favore di quest’organismo, in totale autonomia rispetto alle restanti Forze Armate.

Il Centro di Controspionaggio Militare e Servizi Speciali (CCMSS) dipendeva anch’esso dall’Esercito, ma, dal 1939, è stato separato dal SIM e riportava al sottosegretario del Ministero della Guerra. Questa partizione comportò effetti negativi sulla capacità operativa integrata della nostra Intelligence.

Il Servizio Informazioni Segrete (SIS), era, invece, dipendente dalla Marina Militare. esso svolgeva funzioni di spionaggio e controspionaggio per conto di questa forza armata, ma completamente in autonomia rispetto ai precedenti servizi, rispetto ai quali fu spesso in competizione. In fine il Servizio Informazioni dell’Areonautica (SIA) assolveva compiti di Intelligence solo per quest’ultima.

Dal dopoguerra i servizi furono ricostituiti con il SIFAR prima e il Servizio informazioni difesa (SID) dopo, mentre all’interno di ciascuna forza armata operava il Servizio informazioni operative e situazione (SIOS). Poi, con la riforma del 1977, il SID fu sdoppiato con la creazione di un servizio civile e uno militare creando SISMI e SISDE. La riforma del 2007, infine, che ha diviso i servizi per competenze territoriali: AISI per l’interno e AISE per l’estero.

Come sono organizzati i servizi di sicurezza? Quali sono le ripartizioni interne?

“Bisogna partire da una prima grossa suddivisione del metodo organizzativo tra i paesi dell’Alleanza Atlantica, seguito da Australia, Nuova Zelanda e Svizzera ma non Spagna e Italia, e quelli dell’ex patto di Varsavia. Il primo metodo, utilizzato dai paesi atlantici, è il cosiddetto “binario” che dà preferenza alla divisione degli organismi competenti per le attività di Intelligence in due gruppi: quelli che operano all’estero e quelli che operano all’interno, generalmente per azioni di controspionaggio e di security.
Sulla base di questo sistema binario è presente un unico Servizio competente per l’estero – come la CIA negli Stati Uniti, il MI-6 nel Regno Unito, il BND in Germania, la francese DGSE, solo per fornire qualche esempio – e un Servizio responsabile delle operazioni all’interno del paese. Un esempio classico è l’FBI negli Stati Uniti, o il britannico MI-5.
Contrapposto al modello “binario” è il cosiddetto “unitario” che prevede un unico Servizio di informazione e sicurezza competente sia per gli “affari” esteri che quelli nazionali, come era il celebre KGB. È generalmente il sistema preferito dai paesi dell’ex Unione Sovietica e di quelli facenti parte dell’ex patto di Varsavia. Tuttavia anche i paesi dell’ex blocco sovietico stanno via via adottando il sistema “binario”, abbandonando quindi quello unitario.”

Abbiamo parlato della struttura dei servizi, ora entriamo all’ interno di questi apparati. Partiamo dal caso italiano. Chi coordina le varie branche dei servizi? E alla fine chi decide?

“In Italia il Sistema di informazione è costituito dal complesso di organi e autorità che hanno il compito di assicurare le attività di informazione per la sicurezza, allo scopo di salvaguardare la Repubblica da ogni pericolo ed ogni minaccia proveniente sia dall’interno sia dall’esterno del Paese.
Il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica è così composto da:
• Presidente del Consiglio dei ministri
• Autorità delegata
• Comitato Interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR)
• Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS)
• Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE)
• Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI)
La scala gerarchica interna è composta da capi sezione, vicedirettori, direttori, per poi arrivare al decisore finale che è il fruitore dell’attività di Intelligence nazionale.”

Parliamo adesso delle professionalità presenti nei servizi. Come funziona il lavoro dell’analista? E come si elabora un rapporto?

“Il report di Intelligence è la fase finale di un processo articolato, costituito da varie fasi di trattamento delle informazioni che vengono poi elaborate in una relazione. Questa attività comporta una valutazione da parte dell’analista che si basa tanto su informazioni open source (OSINT come ad esempio internet, radio, tv, giornali eccetera) quanto di tipo riservato. Il paper che viene elaborato è destinato al decisore finale, che in Italia è il Primo Ministro mentre in Francia e negli Stati Uniti è il Presidente.”

Vorrei da te un contributo sul caso americano e precisamente sui contrasti tra FBI e CIA. Secondo molti questo antagonismo, che sembrava superato dopo l’approvazione di una direttiva modificata nel 1995 che limitava lo scambio di informazioni, è all’origine delle carenze investigative sugli attentati dell’11 settembre. Tu cosa ne dici?

“Spesso le due Agenzie statunitensi sono state nel corso degli anni in netto antagonismo.
Il Federal Bureau of Investigation (FBI) è considerato da molti il cuore del Dipartimento di Giustizia americano, il suo braccio investigativo più efficace e potente. L’ ufficio fu voluto ed istituito nel 1908 dall’allora Ministro di Giustizia Charles Bonaparte. Da allora il compito dell’FBI è quello di assolvere un’azione di controllo del rispetto delle leggi federali e compiere indagini in materia di crimine organizzato e di criminalità tecnologica; portare avanti un’azione di Intelligence difensiva nei confronti dell’azione di paesi cosiddetti “nemici” ed evitare eventuali operazioni terroristiche sul territorio statunitense, così come stabilito dall’Executive Order 12333, e da altre leggi del Congresso.
La Central Intelligence Agency (CIA) fu istituita nel 1947 insieme al Consiglio per la Sicurezza Nazionale con l’emanazione del National Security Act, fortemente voluto dall’allora Presidente Truman. La CIA è incaricata del coordinamento delle attività di Intelligence nazionale e delle conseguenti attività di correlazione, valutazione, analisi e distribuzione delle informazioni utili alla sicurezza nazionale; si occupa altresì dello statu-quo politico, economico e militare degli altri stati, oltre all’attività di informazione difensiva e delle operazioni clandestine.”

Parliamo adesso di tecnologia e servizi segreti. La tecnologia come aiuta l’Intelligence? Oggi avrebbe senso una Mata Hari?

“Mata Hari e l’Humint sono molto importanti per l’Intelligence anche ai nostri giorni. Humint è acronimo di “HUMan INTelligence” ed è l’attività di intelligence che consiste nella raccolta di informazioni per mezzo di contatti interpersonali, e come tale si contrappone ad altri canali informativi più tecnologici. Non solo la Technint deve essere quindi utilizzata, ma anche l’agente sul campo che raccoglie e riporta le informazioni di prima mano. A questo punto mi potrete chiedere: cosa è la Technint? Technint è acronimo di “Technical Intelligence” e riguarda equipaggiamenti ed armi usati dalle Forze Armate di altri paesi.
La locuzione correlata, “Scientific and Technical Intelligence”, si riferisce alle informazioni raccolte a livello nazionale. La Technint ha come fine principale evitare che le Forze Armate del paese che la utilizza siano vittima di una eventuale attacco tecnologico. La conoscenza di caratteristiche e potenzialità dell’armamento di paesi cosiddetti nemici permette di sviluppare contromisure adeguate.
Negli Stati Uniti la National Security Agency (NSA) è estremamente attiva nel settore della crittografia e della protezione delle informazioni. All’avanguardia in tutti i settori di alta tecnologia, la NSA investe una considerevole parte del proprio budget nel settore ricerca e sviluppo per la realizzazione dei più avanzati sistemi di comunicazione e di elaborazione dati. Il famoso Echelon, per il monitoraggio internazionale, è un progetto sviluppato proprio in quest’ambito fin dai primi anni ’80 in stretta collaborazione con i servizi segreti britannici, canadesi, australiani e neozelandesi. Si tratta di una vera e propria rete di controllo satellitare messa in piedi in piena guerra fredda dal patto UK-USA, con l’apporto degli Stati del Commonwealth. Echelon funziona attraverso l’intercettazione indiscriminata di grandi quantità d’informazioni, dalle quali attraverso la ricerca di parole chiave vengono estratti elementi di interesse con l’aiuto di sistemi di Intelligenza artificiale.
Tra gli agenti più conosciuti del secolo scorso porto come esempio i cosiddetti “Cinque di Cambridge” (Kim Philby e i suoi amici) accusati di tradimento per aver aiutato i nemici della Gran Bretagna durante la Guerra Fredda e soprattutto Richard Sorge, un agente attivo in Giappone al servizio dell’Unione Sovietica prima e durante la seconda guerra mondiale. Il suo nome in codice era “Ramsay”.”

Se qualcuno oggi, in Italia, volesse avvicinarsi al mondo dei servizi cosa dovrebbe fare? Scrivere una lettera? Te lo chiedo perché un tempo in Usa si diceva che chi vuole contattare la CIA deve trovarsi da solo l’indirizzo, intanto lo scorso anno è spuntato un test su Instagram (io spio con il mio piccolo occhio…) con una foto di Tony Mendez e una scatola di certi famosi polsini, un test che sfidava gli aspiranti agenti a riconoscere degli oggetti sparsi su un tavolo. E in Italia a chi si chiede? E soprattutto a chi si scrive?

“Il canale ufficiale in Italia passa attraverso il sito www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/lavora-con-noi.html. Da qui è possibile sottoporre il proprio curriculum al Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica qualora si ritenesse di possedere caratteristiche peculiari di interesse per l’Intelligence nazionale. Il candidato può inviare la sua candidatura spontanea attraverso la nuova procedura online disponibile nel sito.
Attenzione, non si tratta di una selezione né di un concorso. La procedura si configura come un canale aperto per la creazione di un bacino di potenziali aspiranti, da cui eventualmente attingere qualora emergesse l’esigenza di una professionalità specifica, sostituendo l’invio di auto-candidature a mezzo mail. Altro non so!”

TAG: Antonella Colonna Vilasi, servizi segreti
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