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Boom smartphone 5G, ma nessuno parla dei rischi

| 14 Ottobre 2020 | AMBIENTE

Dite la verità sul 5G. L’introduzione della tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione (5G) darà luogo a nuovi scenari di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.

Uno degli aspetti di particolare novità del 5G consiste nel fatto che non sarà finalizzato solo alla comunicazione tra persone, ma anche al cosiddetto “Internet delle cose”, in cui vari dispositivi wireless comunicano direttamente tra loro, utilizzando in particolare onde elettromagnetiche.

Non è un film di fantascienza è quello che stanno facendo sulla nostra pelle, senza uno studio. Intanto, i ricercatori di Strategy Analytics prevedono, che le consegne mondiali di smartphone 5G raggiungeranno i 251 milioni di unità nel 2020, pari a un incremento del 1.282% rispetto ai 18,2 milioni di unità vendute nel 2019.

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E la salute dell’intero pianeta? Il 5G, in abbinamento all’Internet delle cose (tra cui anche i dispositivi indossabili), darà vita a un ecosistema di connettività ottimizzato, tale da collegare uomini e sistemi come mai prima d’ora.

Ciò vuol dire far comunicare direttamente pazienti e macchinari, senza alcun intervento umano, per rilevare dati fisici basilari e inviarli rapidamente agli istituti di analisi e ricerca. Non facciamo finta di niente, è in atto un cambiamento epocale, che avrà delle ripercussioni.

Tra qualche anno i robot potranno sostituire l’uomo nella maggior parte delle attività lavorative. Tanto che la disoccupazione in quei Paesi che si avvaleranno della forza lavoro robotica potrebbe superare la soglia del 50%.

A lanciare la preoccupante ipotesi è stato Moshe Vardi, (già nel 2017) esperto di informatica della Rice University in Texas e tra i principali protagonisti del convegno della Società americana per l’avanzamento delle scienze a Washington.

Lo scenario catastrofico tracciato da Vardi ricalca quello già emerso dal rapporto del World Economic Forum di Davos, secondo cui si registrerà la perdita di milioni e milioni di posti di lavoro nei prossimi quattro anni per colpa dell’automazione. “La tecnologia che stiamo sviluppando porterà davvero benefici al genere umano?”, si domando’ Vardi.

Ad interessare il fenomeno saranno e sono i lavori manuali, certo, ma anche quelli intellettuali. È il caso di Ross, ad esempio, il primo robot ad essere stato elaborato per la comprensione delle cause legali, assunto dalla Baker & Hostetler, è la cosa più simile ad un avvocato artificiale presente nel mercato della robotica contemporanea: “Gli poni le tue domande in inglese semplice, come faresti con un collega, e poi Ross passa in rassegna l’intero corpus legale e ti dà una risposta contenente una citazione e letture a tema a partire dalle leggi, dai precedenti legali e dalle fonti secondarie per metterti velocemente in moto”, si legge nella descrizione del prodotto Ibm.

Ross, dunque, ma anche STAR, il robot che può effettuare operazioni chirurgiche in assoluta autonomia. I giornalisti, poi, non se la passano meglio: Associated Press ha cominciato ad usare Wordsmith, che qualcuno profetizza prossimo vincitore di un premio Nobel, un algoritmo capace di scrivere da solo. Funziona dalla metà del 2014 ed è già diventato protagonista sulle riviste trimestrali delle aziende americane.

C’è, poi, Otonaroid, il primo conduttore di telegiornali ad essere un robot. Sviluppato dallo scienziato giapponese Hiroshi Ishiguro, il giornalista televisivo somiglia in tutto e per tutto ad un essere umano ed oltre alla capacità di leggere le notizie ha anche quella di interagire con il mondo umano circostante.

Il settore, insomma, sta lentamente coprendo tutte le attività svolte solitamente dagli uomini: i chatbot, cioè quegli algoritmi capaci di chattare con gli esseri umani, utilizzati soprattutto per l’assistenza clienti, i robot che gestiscono interamente alberghi destinati agli esseri umani che consentono ai proprietari delle strutture di dover affrontare molti meno costi di gestione, c’è F, che sta per In-situ Fabricator, il robot muratore, che si muove dentro i cantieri in modo del tutto autonomo ed ha competenze strutturali in tutti i campi della costruzione edilizia e, soprattutto, c’è Handle, la nuova produzione di Boston Dynamics, l’azienda del gruppo Alphabet (Google) che si era già distinta sul mercato della robotica mettendo a punto Big Dog, Atlas, Cheetah e PetMan.

Handle si muove su due ruote, ha l’agilità di un ballerino e corre a grosse velocità. Un prodotto che sembra essere destinato ad usi militari, in grado di stare in equilibrio bilanciando la propria massa avanti ed indietro e persino capace di saltare gli ostacoli.

Per non parlare del danno diretto sulla salute dei cittadini. Già circa due anni fa, una lettera aperta firmata da 170 scienziati di 37 paesi, tra cui l’Italia, aveva sollevato le motivate preoccupazioni. Gli esperti avvertono che l’arrivo della nuova rete causerebbe un aumento massiccio dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF), con la conseguente maggiore esposizione degli esseri umani ad un flusso di radiazioni non ionizzanti – definito anche elettrosmog – che non è privo di controindicazioni.

“Devono essere condotti studi di impatto sanitario e ambientale seri e indipendenti prima di qualsiasi immissione sul mercato”, scrissero i 170 scienziati. Il loro appello segue un altro richiamo del 2015, nel quale si chiedeva all’ONU e all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di promuovere misure preventive per limitare l’esposizione alle onde elettromagnetiche.

Le preoccupazioni, fino a qualche anno fa liquidate con un’alzata di spalle e portate avanti da pochi esperti, sono oggi una realtà conclamata. Il passaggio discriminante è avvenuto nel 2011 con la classificazione da parte della IARC (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) delle radiofrequenze come «possibile cancerogeno» per l’uomo.

La valutazione della IARC ha ammesso possibili effetti biologici, non soltanto termici, delle radiazioni non ionizzanti. La lettera degli scienziati alle istituzioni europee raccomanda che tutti i paesi membri seguano la risoluzione 1815 del Consiglio d’Europa sui potenziali danni dei campi elettromagnetici e informino cittadini, insegnanti e medici sui rischi per la salute delle radiazioni RF-EMF.

Gli esperti avvertono che la progressiva diffusione del cosiddetto internet delle cose (IoT) porterà a creare dalle 10 alle 20 miliardi di nuove connessioni, incrementando l’esposizione umana all’elettrosmog in maniera esponenziale.

Con essa crescerebbero i rischi di cancro al cervello, morbo di Alzheimer, infertilità o sintomi di elettro-ipersensibilità (forte mal di testa, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, stanchezza e sintomi simili a quelli dell’influenza).

“Siamo tutti sotto attacco per colpa del migliore dei mondi possibili che le multinazionali ci hanno confezionato con la complicità di Unione Europea e Governo. Siamo tutti sotto attacco perché fallito il teorema neoliberista, tentano l’affondo finale con la Quarta Rivoluzione Industriale, progettata per un cambio epocale, radicale e antropologico dell’umanità, finita in ostaggio del capitalismo della sorveglianza, società del controllo tecnoditattoriale, dove 5G, Internet delle cose, Intelligenza Artificiale e robotica sono armi militari di geopolitica per un’inedita campagna di ingegneria sociale, perpetrata sotto mentite spoglie”.

Ha dichiarato a Roma, sabato 10 Ottobre 2020, alla Marcia della Liberazione, Maurizio Martucci, portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G. “Il prezzo da scontare è sulla pelle di tutti – ha continuato Martucci – noi, nessuno escluso. E’ un prezzo pesantissimo nascosto tra le illusioni futuristiche di smart city, elettrodomestici parlanti, case domotiche, auto a guida autonoma senza conducente e droni a volteggiare in aria per almeno un milione di nuove antenne a radiofrequenze multiple e cumulative, possibili agenti cancerogeni da installare ovunque, in ogni città, in ogni paese, ogni pochi metri, anche nei parchi e in montagna, per connettere al wireless le nostre vite, mentre con 557 progetti il Governo col Recovery Fund chiede all’Europa oltre 600 miliardi di euro per lanciare nello spazio una costellazione modulare di 36 satelliti 5G che irradieranno la terra, servendo la scuola di robotica educativa, finendo nel cambio radicale del paradigma del lavoro, ponendo fine a milioni di posti e figure professionali. Disoccupazione di massa e annullamento delle relazioni personali è il lato oscuro della società digitale”.

TAG: 5G, elettrosmog, inquinamento, Internet, Robotica, smartphone
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