Ritorniamo ad occuparci della vicenda giudiziaria di George Patrick Zaky.
A che punto è l’udienza del giovane attivista?
Le notizie, purtroppo, non sono buone: infatti a distanza di circa 15 giorni dal nostro ultimo articolo le cose sono rimaste pressoché immutate.
L’attesissimo processo volto alla scarcerazione del ragazzo, che ricordiamo essere detenuto nel carcere della Tora in Egitto, è stato nuovamente rinviato.
“Nessuna meraviglia che ci sia stato un altro rinvio. Ormai sono automatici.”
Così si esprime Riccardo Noury, direttore e responsabile della comunicazione per l’Italia di Amnesty International.
Infatti l’udienza di Patrick tra marzo ed aprile è stata rinviata ben 7 volte.
A dare la notizia una sua legale, Hoda Nasrallah, la quale fa sapere che il motivo del rinvio, valido anche per tutti gli altri casi, è ancora una volta legato al Coronavirus.
Come sottolineato nell’articolo precedente Patrick soffre d’asma, patologia che lo rende maggiormente vulnerabile.
Se davvero è il diffondersi del contagio a preoccupare le autorità egiziane non si può indugiare oltre nel suo rilascio.
Qualcosa fa ritenere che dietro l’accusa di propaganda sovversiva ed ostile al governo si nasconda in realtà il disprezzo verso le idee manifestate dallo studente.
Forse troppo aperte, troppo democratiche, troppo occidentali?
Non a caso Patrick, da sempre attivo sostenitore dei diritti umani, frequenta presso l’Alma Mater di Bologna un master in studi di genere.
E’ questo il prezzo che deve pagare per le sue idee?
Una lunga vicenda giudiziaria quella che vede coinvolto il giovane Patrick, nella quale Amnesty International, comune ed Università di Bologna non hanno mai smesso di credere.
Da subito in prima linea, suddetti enti chiedono il rilascio del ragazzo per motivi di salute.
La richiesta inoltrata anche a Giampaolo Cantini, ambasciatore italiano al Cairo, fa ben sperare.
A schierarsi dalla parte di Patrick anche la vicepresidente della commissione cultura Michela Montevecchi.
Quest’ultima preme affinché Cantini possa far visita a Patrick, monitorando così le condizioni di salute del ragazzo.
L’epidemia non può fermare la giustizia.
Patrick libero subito.