Milano affronta il virus con l’ottimismo. Prima sono stati gli spiritosi a inventarsi l’Aperivirus, poi è intervenuto anche il sindaco Giuseppe Sala con la campagna “Milano non si ferma”. Un segnale di positività che sta coinvolgendo sempre più parti della città: ristoranti, circoli di ballo, alberghi, piccoli commercianti, istituzioni religiose. Tutti chiedono un ritorno alla normalità, perché lo spavento preso dagli italiani e dal resto del mondo nei confronti dell’Italia è stato eccessivo. Mentre la macchina comunicativa del sindaco si è lanciata nella produzione di video, lo storico ristorante Biffi ha lanciato la campagna MilanoMeno10 per promuovere uno sconto del 10 per cento su tutti i menu dei ristoranti milanesi. Un invito che è stato subito accolto da altri ristoratori. Le università come Bicocca, retta da Giovanna Iannantuoni, si sono lanciate in un programma di lezioni a online con lo slogan “Bicocca non si ferma”. “Abbiamo sospeso le lezioni frontali, ma siamo operativi” ha sottolineato la rettrice. L’onda positiva ha contagiato anche Monza dove un ristornate ha iniziato a consegnare direttamente a casa la cena andando a ritirare i piatti alla fine, un’evoluzione della consegna a domicilio. In tanti insomma si stanno ingegnando e in altrettanti cercano di ottenere un via libera dalle istituzioni per tornare a far muovere le persone e le proprie attività. Le sale da ballo sono un esempio, hanno lanciato un appello proprio ieri: “Tra le imprese più colpite dall’emergenza sanitaria creata dalla diffusione del Coronavirus ci sono certamente quelle del settore dell’intrattenimento da ballo, in particolare in Lombardia, dove le recenti disposizioni hanno previsto la chiusura totale di questo tipo di attività e il conseguente azzeramento degli introiti – scrivono in una nota – Si tratta di un comparto fondamentale per l’attrattività turistica italiana, che rappresenta un traino importante anche dal punto di vista economico: parliamo di circa 1.000 imprese con un totale di 20.000 lavoratori che vedono la loro posizione in bilico. Ma è tutta la filiera a essere in grande sofferenza. L’impossibilità di lavorare ha messo crisi tutto il circuito composto da società di ticketing, società di collecting, artisti e tutti i fornitori”. Anche i costruttori si sono fatti sentire spiegando che non possono eseguire i lavori in smartworking. Insomma Milano affronta il virus con ottimismo, cercando di compiere un piccolo passo al giorno verso una normalità che ora non sembra più così scontata. E se Milano torna a correre, anche l’Italia ritroverà la sua locomotiva economica.